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La polizia lasciata sola tra teppisti e migranti

I "No border" sono un pericolo, ora sono pure armati. E lo Stato non difende i poliziotti

La polizia lasciata sola tra teppisti e migranti

Picchiare i poliziotti in Italia è una specie di sport nazionale nel quale a vincere è sempre chi mena, perché se chi le prende osa reagire come dovrebbe rischia l'accusa di tortura e guai grossi, sia giudiziari che economici. L'ultimo ring lo hanno allestito a Ventimiglia i «No borders» (no frontiere), versione rivista e aggiornata di No global e No Tav, cioè teppisti comuni alla ricerca di un po' di visibilità. Ventimiglia è diventato un accampamento di profughi allo sbando che cercano inutilmente di passare in Francia, una situazione di illegalità e degrado sociale tollerata da un governo che ha altro, e di inutile, a cui pensare, tra nomine di direttori Rai e campagna elettorale per il sì al referendum. Nel vuoto creato dall'assenza di decisioni chiare e definitive si sono infilati i suddetti teppisti che usano gli immigrati come scudi umani per le loro scorribande.

Sabato c'è scappato pure il morto, un poliziotto colpito da infarto mentre faceva il suo dovere in una calda giornata di agosto. Per lui, statene certi, non ci sarà nessuna santificazione, nessuna targa o monumento alla memoria come è avvenuto per Carlo Giuliani, il teppista morto mentre al G8 di Genova stava per spaccare la testa di un carabiniere con un estintore.

Questi delinquenti, che si autodefiniscono «attivisti», dicono che loro non c'entrano con la morte del poliziotto. Pensate l'inverso, cioè se uno di questi bravi ragazzi fosse morto di infarto magari dopo essere stato giustamente caricato dagli agenti, nel mezzo degli scontri e avvolto dai fumogeni. La colpa sarebbe stata del destino o della polizia fascista?

E perché nessuno di loro ha preso le distanze dai tre fermati ieri con mazze e coltelli che volevano raggiungere proprio il presidio di Ventimiglia?

Questo Paese ha già tanti problemi, ci manca solo la saldatura tra centri sociali e immigrati allo sbando. Il bordello di Ventimiglia, quello che per lo stesso motivo (confine con la Svizzera) si sta impiantando a Como, e chissà quanti altri sparsi per l'Italia di cui neppure conosciamo l'esistenza, vanno subito sgomberati.

A noi non interessa come, paghiamo le tasse perché lo Stato garantisca la nostra sicurezza, il vivere civile, e non vogliamo che nessun poliziotto metta a rischio la sua vita per supplire alle lacune di un governo distratto e inefficiente.

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