Cronache

Una polizza vita uccide la Raggi

Aria di dimissioni: al sindaco un'assicurazione da 30mila euro pagata da Romeo, poi promosso capo di segreteria

Una polizza vita uccide la Raggi

Adesso ci spiegheranno, i grillini, che è tutta una montatura, un complotto dei poteri forti, l'ultima bufala della stampa di regime. Ma, come si dice, carta canta. E la carta in questione è di quelle pesanti: una polizza vita da trentamila euro sottoscritta da Salvatore Romeo a favore del sindaco di Roma Virginia Raggi. Chi è Salvatore Romeo? È quel funzionario comunale che la sindaca nominò capo della sua segreteria triplicandone lo stipendio, ma non solo. È l'uomo immortalato dai paparazzi a parlottare col sindaco appollaiati entrambi sui tetti del Campidoglio, lontano da orecchie indiscrete e da possibili microspie.

Non si è mai capito quali segreti inconfessabili i due avessero da scambiarsi in sicurezza al punto da scegliere un luogo tanto insolito. Quella polizza e ciò che sottintende - è una prima possibile risposta, ma ancora non basta. Perché sulla vicenda romana i grillini non l'hanno mai raccontata giusta, e non solo su quella. Ma stiamo alla polizza, più o meno l'equivalente della «casa a mia insaputa» dell'allora ministro Scajola. Mi spiace per l'avvocato della Raggi, Marco Travaglio, in tour permanente per difendere la rettitudine della sindaca: se è stato un gesto di amore, è stato ricambiato con soldi pubblici; se è stato un trabocchetto, fessa lei che ci è caduta; se è stata una tangente postdatata ipotesi più probabile parliamo di reato di una certa rilevanza.

Per la Raggi non vedo un grande futuro, politicamente è morta, giudiziariamente vedremo. E dire che non si può parlare di un «incidente di percorso» del partito degli autoproclamati onesti. Virginia Raggi è stata in tutti questi mesi di intrighi e pasticci, di arresti e avvisi di garanzia a gogò, difesa da Beppe Grillo e dai maggiorenti del movimento nonostante fosse evidente a tutti, Travaglio a parte, il marcio che aveva prima generato e poi avvolto la sindaca fenomeno. Ciò nonostante non mi illudo in un crollo dei consensi per i Cinquestelle. E mi spiace che a smascherarli sia la magistratura e non la politica. Per abbassare le arie a questi tromboni un po' imbroglioni servirebbero meno tasse e più spazzaneve.

Non più pm.

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