Cronache

Pornostar pubblicizza lo champagne del conte. ​La lite finisce in tribunale

La protesta del conte della famiglia che fondò il marchio di champagne: "Associarlo a una persona che ha realizzato film pornografici è inconcepibile"

screenshot Instagram
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Il conte contro una pornostar. O meglio, contro l'azienda che ha usato l'immagine di una ex pornodiva per pubblicizzare il marchio di Champagne di cui la sua casata era proprietaria (e a cui ha dato il nome).

Facciamo un passo indietro. Il conte Loïc Chiroussot de Bigault de Cazanove ha avviato una causa legale (la prima udienza è fissata per il 9 gennaio) contro l'azienda che detiene oggi il marchio di champagne fondato da suo trisavolo nel lontano 1811. Per l'ultima pubblicità delle bottiglie di "Charles de Cazanove", infatti, l'azienda ha fatto scattare delle foto a Clara Morgane. Una bella donna, non c'è che dire. Solo che al conte non è piaciuto il suo passato, visto che fino a qualche tempo fa la Morgane recitava in film porno.

"Sono davvero scioccato - ha detto il conte a "L'Union", come riporta il Corriere -. È semplicemente oltraggioso! Vengo da una grande famiglia di nobili francesi che si sono distinti nella Resistenza... Associare questo marchio a una persona che ha realizzato film pornografici è inconcepibile". E ancora: "Ci è stato concesso un titolo nobiliare da San Luigi (re Luigi XI). I miei antenati si rivolterebbero nella tomba. Il generale de Gaulle era un amico di famiglia e anche lui si sarebbe rivoltato nella tomba".

Il fatto è che dalla fine degli anni '80 la famiglia Cazanove non è più proprietaria del marchio, venduto ad una azienda che però ha continuato a produrre champagne con lo stesso nome. La bottiglia pubblicizzata dall'ex pornodiva, per dire, costa qualcosa come 50 euro. Ed è una edizione limitata. In molti si sono chiesti con quale diritto il conte voglia interferire nella scelta della società, considerando che non appartiene più alla sua famiglia da oltre 30 anni. A spiegarlo, come riporta il Corriere, è stato l'avvocato del nobile francese, Maître Ludot: "È chiaramente illecito l'uso del cognome e della sua famiglia in un'impresa commerciale che si fa promuovere da una pornostar. Il nome di famiglia costituisce un diritto inalienabile dell'individuo".

Dunque non sarebbe un diritto di proprietà pratica, ma di "proprietà intellettuale".

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