Cronache

Il preside anti-velo si arrende: ritirata la circolare contro l’hijab

Il dirigente scolastico annulla il divieto dopo il rimprovero del Provveditorato e del Garante regionale

Il preside anti-velo si arrende: ritirata la circolare contro l’hijab

È durato una settimana il divieto per le studentesse musulmane del Malignani di Cervignano (in provincia di Udine) di indossare il velo islamico.

Era l’11 febbraio quando, con una circolare, il preside Aldo Durì bandì l’hijab nella sua e altre scuole della Bassa friulana, subordinate all’Istituto Statale per l’Istruzione Superiore. Il dirigente scolastico ha ricevuto aspre critiche per il provvedimento, quando invece nelle sue stesse intenzioni c’era proprio la volontà di combattere l’islamofobia crescente, tagliando sul nascere qualsiasi discriminazione, tra i banchi scolastici, dovuta al credo religioso.

Prima lo ha redarguito il Provveditorato del Friuli-Venezia Giulia, sostenendo la mancanza di presupposti per adottare di una misura del genere, che peraltro – sempre secondo l’Ufficio scolastico – rischiava di limitare la libertà religiosa. Poi ci ha pensato il Garante regionale dei diritti della persona, Walter Citti, secondo il quale venivano violati l'articolo 9 della Convenzione europea dei diritti dell'Uomo e l'articolo 19 della Costituzione italiana.

E così il preside anti-velo, che rivendicava la laicità della scuola italiana, è stato costretto a tornare sui suoi passi, ritirando a malincuore la circolare numero 123 dell’11 febbraio. Via libera, quindi, all’hijab.

Sullo sito del Malignani si legge l’avviso firmato Aldo Durì: “Su disposizione e parere del Garante regionale dei diritti della persona istituito presso il Consiglio regionale del F.V.G.,nonché del dirigente vicario dell’Ufficio scolastico regionale per il FVG , la circolare n. 123 del 11 febbraio 2015 è ritirata e cessa di aver effetto dalla mezzanotte del 18 febbraio 2015”. Durì, infine, spiega il motivo del suo no ai palesi simboli di connotazione religiosa: “Considerando il velo un segno di appartenenza confessionale, mi sono esposto al sospetto di volere conculcare la libertà di culto che la Costituzione proclama. Sono convinto che il velo solo indirettamente possa essere considerato come un simbolo di appartenenza religiosa e che esso abbia più a che fare con regole di comportamento sociale ancestrali.

Comunque, per evitare ogni equivoco e l’accusa di comprimere e limitare la libertà religiosa e i diritti individuali, ho dato immediate disposizioni affinché sia ritirata la circolare incriminata”.

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