Cronache

Prete pedofilo abusa di lui, al telefono ammette e chiede: ”Dammi l’Iban”

31 anni fa era sacerdote nel nord Salento. Al telefono con la ditta: "È stata una debolezza, ma era affetto sincero..."

Prete pedofilo abusa di lui, al telefono ammette e chiede: ”Dammi l’Iban”

Una situazione familiare delicata ed il suo sacerdote ne avrebbe approfittato anche se il condizionale potrebbe non esser usato dopo la telefonata, registrata, intercorsa tra la vittima dell’abuso e l’uomo di chiesa. Il tutto 31 anni fa ma il peso ancora lacera il giovane salentino che oggi vive in Germania.

Le attenzioni risalgono al 1988, un caso già emerso un anno fa con relativo intervento di allontanamento da parte della Curia di Lecce ed avviata inchiesta. La telefonata choc trovata in rete da Telerama ma effettuata attraverso l’associazione “retelabuso” a tutela delle vittime di pedofilia per mano della chiesa e reati simili.

Dopo essersi giustificato affermando per quanto fatto insiste nel volergli fare un regalo attraverso un versamento. La vittima lo chiama al telefono e chiede al prete : “Perchè quelli abusi quando avevo 10 anni?” e lui candidamente risponde “Era affetto sincero, è stata una debolezza, era perché ti volevo bene (…) adesso dimmi pure cosa vuoi“...un aiuto, ti mangi una pizza, ti faccio un regalo di matrimonio no?“ ed il “cortese” sacerdote gli chiede più volte l’iban per potergli fare un versamento.

Nel 2016 la vittima, oggi poco più che quarantenne, si rivolge all’associazione “retelabuso” non riuscendo ancora a smaltire quanto subito. All’epoca dei fatti aveva più o meno 10 anni, pensava di diventare sacerdote e si sarebbe avvicinato al prete pedofilo per avere conforto considerata la delicata situazione familiare. La risposta del prelato fu pronta nell’esergli, però, troppo vicino aiutandolo negli studi ed abusando per circa sei anni. Il ragazzino di ieri, oggi ha circa 41 anni, vive in Germania ed un anno fa ha denunciato quanto subito. Nella telefonata il sacerdote, non solo cerca di bonificare la sua azione con la disponibilità di un attuale aiuto economico, ma si giustifica per quanto successo con queste parole: “Sono cose naturali, nella vita dell’affettività non è che ci sono le telecamere. Adesso si è ingrandita la cosa. Pensi che anche io non abbia avuto problemi? Tutti li abbiamo avuti, però li abbiamo superati“. Colpo di scena finale quando propone alla vittima di rivolgersi all’attuale Vescovo di Lecce, facendo intendere di aver incontrato Mons. Seccia, e spronando il quarantenne a telefonare al Capo della Chiesa salentina: “chiamalo, so che hai bisogno di una persona autorevole, digli quello che senti nel cuore”. La Curia ritenendo il tutto un improprio alludere e pericoloso fraintendimento ha deciso di difendersi nelle sedi opportune.

Di seguito il link della telefonata tra la vittima ed il prete pedofilo pubblicato dall’associazione “Retelabuso” https://retelabuso.org/

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