Cronache

Malattie neurodegenerative da prioni: dall'Italia il primo test per la diagnosi precoce

Un tampone nasale non invasivo identifica la malattia di Creutzfeldt-Jakob sporadica nei pazienti in vita. La scoperta di un team di scienziati dell'Università di Verona in collaborazione con il "National Institute of Health" americano e con l'Iss. Aperte nuove prospettive per la diagnosi precoce delle malattie neurodegenerative

Malattie neurodegenerative da prioni: dall'Italia il primo test per la diagnosi precoce

Un test non invasivo, semplice da eseguire sul paziente e a bassissimo costo, consente per la prima volta di effettuare la diagnosi precoce di gravi malattie neurodegenerative su pazienti in vita. E' stato un team di scienziati dell'Università di Verona a metterlo a punto e interessa le malattie umane da prioni, patologie neurodegenerative a rapida progressione ad evoluzione fatale che non sono curabili.

La forma sporadica della malattia di Creutzfeldt-Jakob (Mcj) è la più frequente mentre la "variante della Mcj" ormai in via di estinzione, è stata tristemente conosciuta al pubblico per la trasmissione all'uomo in seguito ad esposizione a materiale infetto proveniente da bovini affetti da encefalopatia spongiforme bovina o Bse, la mucca pazza. Con una semplice "spazzolata" alle cellule olfattive del naso si diagnostica con certezza la presenza dei prioni e quindi l'insorgenza della malattia, mentre fino a oggi era possibile farlo solo attraverso una biopsia cerebrale (con conseguente incenerimento dei ferri chirurgici in quanto il prione non viene inattivato utilizzando le tecniche convenzionali di sterilizzazione) o con l'autopsia.

Il test, ancora sperimentale è nato dalla collaborazione fra università e istituti di ricerca di Italia e Usa, e coordinato dai due gruppi, è stato progettato per tutte le altre malattie simili alla mucca pazza, causate dai prioni. I risultati della ricerca, iniziata tre anni fa e svolta in collaborazione con i ricercatori del National Institute of Health di Hamilton, negli Stati Uniti e con l'Istituto Superiore di Sanità italiano, sono stati pubblicati sul New England Journal of Medicine, la più prestigiosa rivista mondiale di ricerca medica.

Il gruppo veronese, coordinato da Gianluigi Zanusso e composto da Matilde Bongianni, Giovanni Tonoli, Michele Fiorini, Sergio Ferrari e Salvatore Monaco, è stato il motore della ricerca internazionale resa possibile grazie anche al finanziamento della Fondazione Cariverona e la Clinica Neurologica di Verona è l’unico centro al mondo in cui oggi è possibile eseguire il test che permette di porre diagnosi in vita di MCJ senza ricorrere allo studio autoptico del tessuto nervoso.

La malattia di Creutzfeldt-Jakob sporadica è una malattia rara, con una incidenza di due casi su un milione di abitanti simile in tutto il mondo e ha un'origine sconosciuta. Questo lavoro apre importanti prospettive di diagnosi per le malattie neurodegenerative possibile solo con l’autopsia e offre nuove strategie per identificare nel tessuto olfattorio i marcatori precoci con potenziali ricadute nell'arrestare la progressione dei sintomi e degli eventi patologici che presentano gravi malattie neurodegenerative a elevata incidenza come il morbo di Parkinson e l'Alzheimer.

Lo studio è stato effettuato su 31 campioni nasali di pazienti con la mucca pazza e 43 campioni di pazienti con altre malattie neurologiche o nessuna patologia. I campioni di mucosa olfattoria sono stati raccolti da Zanusso e dai colleghi dell'università di Verona in Italia: sono stati identificati con certezza 30 pazienti su 31 con la mucca pazza e mostrati i risultati negativi dei 43 pazienti senza mucca pazza, senza alcun falso positivo.

"In particolare - spiega il coordinatore Gianluigi Zanusso - in riferimento al Parkinson, i disturbi olfattori possono precedere anche di un decennio i sintomi motori e le lesioni patologiche tipiche di questa malattia. Pertanto, il tampone nasale eseguito sull' epitelio olfattorio permetterebbe di identificare precocemente i segni della malattia in una fase in cui non sono ancora esorditi i sintomi motori e quindi di poter intervenire con terapie in grado di arrestare l' evoluzione. Allo stesso modo nella malattia di Alzheimer, studi autoptici hanno già dimostrato che le alterazioni che avvengono nel cervello sono speculari a quelle che colpiscono la mucosa olfattoria. Lo studio fornisce un importante strumento diagnostico e un potenziale indicatore per calibrare gli interventi terapeutici nelle diverse fasi delle malattie neurodegenerative".

"Tutto è iniziato nel nel 2010, quando il gruppo di ricerca dell' NIH, che ha sede nel Montana e dispone solo per la ricerca medica di un budget federale di 4 miliardi e 700 milioni di dollari, coordinato dal dottor Byron Caughey ha sviluppato un test chiamato Real Time Quaking Induced Conversion (RT-QuIC) per individuare la presenza di prioni in campioni di liquido cerebrospinale di pazienti affetti da Mcj sporadica. Tuttavia, il test ha mostrato una specificità del 100% ma una sensibilità intorno all'80% - prosegue il dottor Zanusso -. Partendo da questa tecnica ho pensato che potesse esserci una via più semplice per aumentare la sensibilità del test e formulare una diagnosi in vita, perché abbiamo una lunga esperienza in fatto di test sui prioni. Nel lontano 2003 e alla luce dei nostri studi, anche quelli pubblicati sul New England Joural of Medicine, avevamo dimostrato come l’ epitelio olfattorio fosse invariabilmente coinvolto nei pazienti affetti da Mcj. Insieme al dottor Giovanni Tonoli, primario di otorinolaringoiatria all'Ospedale di Rovigo, ho pensato di utilizzare il brushing nasale per prelevare campioni di mucosa olfattoria. Così abbiamo dimostrato la presenza del prione con un 100% di specificità ed una sensibilità del 97%. Lo studio dimostra che il prelievo della mucosa olfattoria rappresenta una strategia vincente per lo sviluppo di un nuovo test diagnostico sensibile e specifico e permette la diagnosi in vita di Mcj sporadica".

"Quando il dottor Caughey ha visto i primi risultati del test ci ha incoraggiato ad andare avanti e la collaborazione fra Italia e Stati Uniti è stata piena e completa perché apre prospettive importanti anche per la diagnosi precoce delle matattie neurodegenerative. Voglio sottolineare - conclude Gianluigi Zanusso - che questo risultato è frutto di una grande lavoro di squadra che ha coinvolto neurologi e otorini delle cliniche del Triventeo e di altre parti d'Italia, l'Istituto Superiore di Sanità, i familiari dei pazienti che hanno consentito al prelievo".

Il test messo a punto dagli scienziati italiani consiste nell’introduzione di un tampone nella cavità nasale, sotto la guida di un fibroscopio, e di raggiungere l’apice della volta nasale dove sono localizzati i neuroni olfattori e quindi di eseguire il prelievo con un tampone. Il prelievo è assolutamente innocuo, non comporta danni alla funzione dell’odorato e può essere ripetuto a distanza. La mucosa olfattoria, localizzata nella cavità nasale, ha un ruolo di primaria importanza nella percezione e discriminazione degli odori. I neuroni olfattivi umani sono costituite da circa 6 milioni di neuroni che rigenerano nell’arco della vita ogni 5-6 mesi. Queste cellule rappresentano l’unico esempio di tessuto nervoso in replicazione a diretto contatto con l’ambiente esterno rendendolo facilmente accessibile al prelievo. Gli scopi possono essere sia diagnostici, sia per strategie terapeutiche attarverso l’isolamento di cellule staminali adulte.

Le encefalopatie spongiformi o "malattie da prioni" sono un gruppo di patologie neurodegenerative a evoluzione mortale che colpiscono l'uomo e gli animali. In questi ultimi, le forme conosciute sono la scrapie nella pecora e nella capra, l’encefalopatia spongiforme bovina (Bse) nei bovini e la chronic wasting disease negli ungulati (cervi ed alci principalmente in Nord America). Nell'uomo, la più frequente è la malattia di Creutzfeldt-Jakob sporadica. Esistono altre forme cliniche, molto rare, di origine genetica, tra cui l’insonnia fatale familiare e la sindrome di Gerstamn Straussler Scheincker.

L’agente patogeno è il prione, una proteina patologica dotata di infettività che colpisce il tessuto nervoso.

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