Sgarbi quotidiani

Il prodotto interno estetico

Il prodotto interno estetico

In questi anni ho spesse volte detto che, in qualunque programma di governo, con il solo impegno dell'intelligenza, essendo che le risorse sono nelle cose, l'Italia avrebbe dovuto riconsiderare, nella difesa rigorosa e nello sviluppo economico, la straordinaria importanza del suo patrimonio artistico e del paesaggio. Con l'emergenza del terrorismo, l'Italia ha ripreso il suo primato tra le mete turistiche, ed è cresciuto l'interesse per le città d'arte. Non si può più indugiare a costruire un'immagine dell'Italia fondata su ciò che il mondo intero riconosce come suo essenziale valore. Sarà bene ricordare che, nei primi anni '80, un illustre economista, John Kenneth Galbraith scrisse, inascoltato: «L'Italia, partita da un dopoguerra disastroso, è diventata una delle principali potenze economiche. Per spiegare questo miracolo, nessuno può citare la superiorità della scienza e della ingegneria italiana, né la qualità del management industriale, né tantomeno l'efficacia della gestione amministrativa e politica, né infine la disciplina e la collaboratività dei sindacati. La ragione vera è che l'Italia ha incorporato nei suoi prodotti una componente essenziale di cultura, e che città come Torino, Milano, Bologna, Venezia, Firenze, Siena, Roma, Napoli, pur avendo infrastrutture molto carenti, possono vantare una maggiore quantità di bellezza. Molto più che l'indice economico del Pil, in futuro, il livello estetico diventerà più determinate per indicare il progresso della società». Questo obiettivo è il mio programma nel prossimo governo.

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