Cronache

Tra Afef e Tronchetti finisce la storia d'amore

Il numero uno di Pirelli e la ex modella erano sposati dal 2001. Ora lei è libera di fare politica

Tra Afef e Tronchetti finisce la storia d'amore

Wadeaan, Afef. Addio, Marco. Una delle love story più longeve del Gotha imprenditoriale finisce a vent'anni esatti dalle prime voci di stampa, che nella primavera del 1998 squarciarono il segreto che i protagonisti custodivano gelosamente, parlando della «nuova fiamma» di Marco Tronchetti Provera, allora come oggi amministratore delegato della Pirelli. A togliere i residui dubbi fu lei, Afef Jnifen, splendida modella tunisina, con una intervista a Chi: «Da poco convivo con Marco», disse: spiegando quanto profondo, nella cultura araba, fosse il significato della scelta di abitare insieme. «Non abbiamo mai parlato di figli», disse ancora. «Certo, in futuro tutto può essere: quel che so è che mi piacerebbe costruire il mio domani con Marco. In questo c'è tutto».

I figli non sono venuti: e d'altronde entrambi gli innamorati avevano alle spalle unione e prole, Tronchetti tre figli con Cecilia Pirelli, uno Afef con il finanziere Marco Squatriti. Pesava forse la differenza d'età, quindici anni secchi, un gap non incolmabile. Ma più di tutto forse ha pesato la febbre da lavoro di Tronchetti Provera, i momenti non facili vissuti da Pirelli su più di un fronte, e che a un certo punto, nella brutta storia dei dossier, tirarono in ballo anche Afef. Ma né vicissitudini né mancanza di figli hanno impedito che per l'unione sia apparsa per anni solida. Il matrimonio del dicembre del 2001, celebrato nella villa dello sposo a Portofino, fu solo il punto di inizio di un tran tran di pacato glamour, tra le regate, le prime scaligere, e gli inevitabili pettegolezzi.

Tutto finisce, come nella maggioranza dei matrimoni, nell'aridità delle carte bollate. I due si lasciano bene: istanza di divorzio consensuale, depositata nei giorni scorsi alla cancelleria della sezione famiglia del tribunale di Milano, preceduta da un accordo già ratificato sulle condizioni economiche dell'addio. Tronchetti e Afef non diventeranno i protagonisti di un nuovo regolamento di conti in salsa giudiziaria, non dovranno combattersi sul terreno degli alimenti e dei tenori di vita, reso impervio delle sentenze recenti della Cassazione. Il giudice dovrà limitarsi a prendere atto che non si amano più. Non essendoci figli di mezzo, sarà tutto ancor più semplice.

«È Afef la donna dei sogni dei manager italiani», disse un sondaggio del 2002. Tronchetti Provera è sempre sembrato vivere con compassato orgoglio la fortuna di avere al suo fianco cotanto sogno, e ha ricambiato assistendo senza intervenire alle vivacità della moglie: comprese le uscite antirazziste, «condivido l'impegno civile di mia moglie». Ma mettendosi di mezzo risolutamente quando alla consorte venne la tentazione di scendere in politica: a un certo punto sembravano cosa fatta, e per lei si parlava di un seggio di centrosinistra pronto al Senato con una benedizione trasversale che andava da Clemente Mastella a Giovanna Melandri. Alla fine, un po' a malincuore, Afef ammise: «Marco mi ha messo il veto».

Ora, se ancora vuole, potrà riprovarci.

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