Prostituzione: polizia chiude 8 case squillo nell'Imperiese

C’era l’agente immobiliare che aveva affittato un proprio appartamento, sul lungomare, a due colombiane per prostituirsi. E che dire dell’ecuadoriano, di 30 anni, che faceva prostituire la moglie e un’amica per mantenersi o della cinese che cercava di depistare la polizia per difendere il proprio sfruttatore. Otto case squillo sono state chiuse dalla polizia, tra Ventimiglia, Camporosso e Vallecrosia, in provincia di Imperia. Cinque le persone indagate per favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione.

L’indagine ha preso le mosse dalla segnalazione di un amministratore di condominio al quale si erano rivolti diversi inquilini della palazzina, lamentando una strano via vai di uomini e donne. In poco tempo, gli agenti del commissariato di Ventimiglia, scoprono che in quel condominio, e non solo, era in atto un giro di prostituzione. Nell’ambito delle indagini, gli investigatori hanno effettuato diversi appostamenti, ma soprattutto si sono mascherati da finti clienti.

Sono partiti dall’analisi di alcuni siti internet dedicati agli incontri, per poi contattare le “escort”, i cui nomi d’arte erano, ad esempio, Eva, Yuliana, Alexandra o Jessica. Una ventina le donne identificate come "prostitute", la maggior parte delle quali provenienti da Colombia, Venezuela, Repubblica Dominicana e Cina, tutte con età tra i 18 e i 52 anni. Tra loro anche una donna italiana di mezza età. Le tariffe variavano a seconda della prestazione e della durata richieste.

Tra gli indagati anche una prostituta colombiana che ora deve rispondere di favoreggiamento della prostituzione ed esercizio arbitrario della professione medica, per aver messo a disposizione di una connazionale la propria abitazione, per prostituirsi.

Inoltre, si spacciava per medico, anche con i clienti, senza, però, aver mai conseguito la laurea.