Cronache

Dalla "provetta" di Emiliano spunta il reddito di dignità

In Puglia è legge e aiuterà migliaia di famiglie indigenti (600 euro al mese). Ma ai grillini saltano i nervi

Dalla "provetta" di Emiliano spunta il reddito di dignità

In Puglia è legge il reddito di dignità e l'attivissimo presidente della Regione Michele Emiliano, continuando la tradizione del laboratorio politico cara al suo predecessore Nichi Vendola, dopo aver alzato il livello di sfida al premier Matteo Renzi, tira fuori dalla “provetta” la soluzione a un tema caro ai grillini, portando lo scompiglio in casa Cinque stelle.

Con il reddito di dignità saranno aiutate 20mila famiglie indigenti (reddito sotto la soglia dei 3mila euro l'anno). A loro spetteranno 660 euro mensili. Una misura che favorisce anche l'inclusione sociale e che a regime dovrebbe sostenere – entro i prossimi 5 anni – tutti i pugliesi che vivono sotto la soglia di povertà.

Emiliano, nel tweet in cui annunciava il voto favorevole alla legge sul reddito di dignità parlava di “Puglia prima in Italia a dotarsi di strumento di riscatto dalla povertà”, ma la cosa ha fatto saltare i nervi proprio ai grillini, a lungo corteggiati dallo stesso governatore subito dopo le elezioni dello scorso anno perché entrassero nella maggioranza di governo.

E' stata la capogruppo dei Cinque Stelle Antonella Laricchia ad attaccare duramente Emiliano spiegando perché i grillini hanno abbandonato l'aula durante il voto dopo aver visto respinti gli emendamenti presentati nei quali chiedevano un'estensione del reddito di dignità abolendo i vitalizi degli ex consiglieri regionali e sostituendoli con pensioni contributive. Il risparmio per le casse regionali sarebbe stato di 10 milioni annui. Le accuse di arroganza rivolte a Emiliano e alla maggioranza sono il segnale di un clima teso maturato proprio sulla base delle scelte fatte dal governatore e dalle sue rapide accelerazioni che toccano nel vivo alcuni cavalli di battaglia delle opposizioni.

Decisamente duro anche il commento del centrodestra. Il capogruppo di Conservatori e riformisti Ignazio Zullo ha sottolineato come tra Emiliano e Renzi ci sia una sfida “a chi è più paladino dei poveri”.

Una sfida nel laboratorio politico d'Italia, fino all'ultima “provetta” e all'ultimo voto.

Commenti