Cronache

Le quattro proposte di Confindustria per rilanciare l'Europa

Elezione diretta del presidente della Commissione Ue e istituzione di un Parlamento dell'Eurozona sono le principali proposte di Confindustria per il rilancio dell'Europa

Le quattro proposte di Confindustria per rilanciare l'Europa

Confindustria individua quattro proposte per il rilancio dell'integrazione dell'Europa che è "necessario, urgente, ma più difficile che in passato".

Più democrazia "per più e migliore Europa"; elezione diretta del presidente della Commissione Ue, che dovrebbe diventare anche presidente del Consiglio Ue; istituzione di un Parlamento rappresentativo dei soli Paesi, 19, dell'Eurozona, cui dovrebbe rispondere un Ministro delle Finanze che gestisca il nuovo bilancio della sola Eurozona.

Sono queste le proposte principali lanciate da Confindustria con il Rapporto previsionale del Csc che dedica un Focus di approfondimento all'Europa dal titolo "L'Europa a un bivio: integrazione o disaffezione".

Per "aumentare la legittimazione democratica dell'Unione" Confindustria propone che quattro funzioni siano cedute dagli Stati all'Europa: le Relazioni internazionali; la sicurezza e difesa; il controllo delle frontiere e le politiche migratorie; l'adozione di un bilancio comune solo dell'Eurozona che protegga i cittadini dal rischio disoccupazione e finanzi investimenti.

"Gigante economico, con oltre un quinto del Pil mondiale, l'Europa non è però - sottolinea il Focus del Centro Studi di Confindustria - ancora un gigante politico. Ha garantito pace, democrazia, libertà e benessere come mai prima nella storia, tuttavia, la disaffezione dei cittadini è ai massimi e riceve ampi consensi elettorali. Il rilancio dell'integrazione è, perciò, necessario, urgente, ma più difficile che in passato".

Per questo, Confindustria avanza le sue proposte: "Innanzitutto, va rafforzato il principio che i partiti politici europei indichino un loro candidato alla presidenza della Commissione e che i capi di stato e di governo, abilitati dai trattati a proporne il nome, convergano su quello indicato dal partito che avrà avuto più voti alle elezioni europee. Questo è il sistema che ha portato alla designazione di Jean Claude Juncker, innovando rispetto alla prassi precedente".

"Tuttavia, tale metodo, lanciato tre anni fa da Martin Schulz, ha avuto poca risonanza nell'opinione pubblica - spiega - Viceversa, una proposta più ambiziosa è quella di concepire entro quest'anno un calendario vincolante per arrivare entro ottobre 2018 all'individuazione di candidati presidenti chiamati a condurre una vera e propria campagna elettorale a livello europeo sul modello americano e sulla base di programmi specifici. Ciò costituirebbe senz'altro un primo elemento per fugare l'impressione di un "governo dei tecnocrati", accusa spesso ingiustamente rivolta alla Commissione europea".

"Parimenti - prosegue Confindustria - è opportuno che il Presidente della Commissione europea, vincitore della competizione elettorale, cumuli la sua carica con quella di Presidente del Consiglio europeo (ipotesi non esclusa dai trattati). In tal modo, si attenuerebbe molto l'immagine di un'Europa a più teste".

Secondo il Csc, poi, "il ciclo di programmazione finanziaria andrebbe allineato a quello istituzionale, passando da sette a cinque anni, affinché la questione delle risorse e delle priorità di spesa rientri nel dibattito elettorale per la Presidenza della Commissione e del Consiglio Ue".

"I seggi del Parlamento europeo, attualmente occupati dai rappresentati del Regno Unito, andrebbero destinati a liste transnazionali composte da candidati suscettibili di essere votati non su base nazionale ma a livello dell'intero elettorato europeo, favorendo così l'emergere di veri e propri schieramenti politici europei, che vadano oltre la mera sommatoria di partiti nazionali, come è il caso oggi dei "partiti politici europei", più o meno strutturati al loro interno".

Inoltre, "andrebbe istituito un Parlamento dell'Eurozona, formato dai rappresentanti dei soli paesi che ne fanno parte o come emanazione diretta del Parlamento europeo o come organo ad hoc, chiamato a deliberare sulle materie economiche e finanziarie di diretta competenza dell'area, come il Fondo Salva Stati.

A tale Parlamento dovrebbe rispondere il ministro delle finanze dell'Eurozona o comunque chi fosse chiamato a gestire la politica di bilancio UE e che potrebbe assumere i poteri e le competenze oggi esercitati in condominio tra i Commissari europei competenti e il Presidente dell'Eurogruppo".

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