Cronache

Quelle femministe che vogliono privare Wojtyla della santità

Due studiose cattoliche hanno scritto un appello affinché San Giovanni Paolo II venga privato della santità. Le argomentazioni femministe, per paradosso, riguardano il fatto che il pontefice polacco si è basato troppo sulla figura della Vergine Maria

Quelle femministe che vogliono privare Wojtyla della santità

Il revisionismo storico di certe femministe finisce per interessare pure la figura di San Giovanni Paolo II​: un piccolo gruppo di cattolici, in realtà composto solo da donne, vorrebbe, anzi domanda in via diretta, che il Vaticano e papa Francesco rivedano la loro posizione: il papa polacco andrebbe privato della santità, nonostante sia stato beatificato da Joseph Ratzinger prima e canonizzato da Jorge Mario Bergoglio poi. Ma l'emerito e il regnante, stando alla visione di coloro che promuovono una sorta di rivisitazione in chiave femminista della vicenda storico - pontificia di Wojtyla, dovrebbero ripensarci: il duecentosessantaquattresimo vescovo di Roma non meriterebbe le procedure di beatificazione e santificazione cui è stato sottoposto.

Come si legge su Il Foglio, la richiesta è stata presentata mediante uno scritto apparso su Monde. A comporlo sono state due donne, entrambe annoverabili tra coloro che animano una conferenza cattolica. E proprio il fatto che il caso sia stato sollevato per via delle riflessioni appartenenti a due membri della Chiesa cattolica - peraltro autorevoli - sembra lasciare perplesso chi, nei confronti della santità dell'ex arcivescovo di Cracovica, non ha davvero nulla da obiettare. Quali sono, tuttavia, i punti contestati a Wojtyla? L'accusa principale è mossa in riferimento al tipo di concezione femminile che il pontificato di Giovanni Paolo II avrebbe promosso: la Vergine Maria - dicono Christine Pedotti e Anna Soupa, che sono le due autrici cui ci stiamo riferendo - è una "figura di silenzio e obbedienza". Il pontefice polacco, insomma, avrebbe assecondato una visione della femminilità basata sulla subalternità agli esseri umani di sesso maschile. E questo, in funzione di una ideologizzazione dell'esegesi mariana, non può essere accettato. Già da tempo, del resto, si parla di una parziale modifica dei testi biblici, che dovrebbe tenere conto anche di queste argomentazioni.

Poi c'è una parte riferita agli scandali legati agli abusi. Wojtyla viene definito un "protettore degli abusatori". Vale la pena sottolineare - rispetto a questa tipologia d'accusa - come le riforme restrittive in materia di pedofilia abbiano avuto inizio proprio durante il pontificato di San Giovanni Paolo II, quando l'incarico di prefetto per la Congregazione della dottrina della fede era ricoperto da un teologo tedesco che poi sarebbe a sua volta divenuto papa. Prima di allora la Chiesa cattolica non se n'era praticamente mai occupata. Ma questo alle femministe cattoliche sembra non bastare: vorrebbero pure che parte degli insegnamenti di Giovanni Paolo II non venissero più diffusi.

Papa Wojtyla, suo malgrado, sembra essere diventato un argomento utile per provare a propagandare certa ideologia.

Commenti