Cronache

"Qui comandano gli islamici". E la giornalista viene linciata

Il servizio della Gabbia sul quartiere multietnico di Torpignattara indigna i benpensanti. La giornalista sotto accusa si difende: "Per molti li è difficile"

"Qui comandano gli islamici". E la giornalista viene linciata

"A Tor Pignattara comanda l'islam". All'indomani degli attentati di Parigi, Monica Raucci ha raccontato alla Gabbia, programma condotto da Gianluigi Paragone, il quartiere di Torpignattara, una delle zone più a rischio della Capitale. Qui il multiculturalismo mostra il volto della convivenza difficile, se non impossibile. Le immagini, e soprattutto le dichiarazioni del servizio, parlano chiaro (guarda il video). Ma proprio per aver raccontato un quartiere difficile di Roma la giornalista è stata duramente attaccata sui social network. "Il mio pezzo - replica la giornalista - è stato letto da troppe persone come un' accusa a tutto il mondo musulmano e mi scuso molto".

La Raucci, che nel servizio si teine ben lontana dal dare giudizi, racconta attraverso le immagini e le interviste dei residente il quartiere di Torpignattara. "Si mettono a culo pizzo a pregare, che ne so - tuona un signore - non posso entrare in ufficio, non mi fanno entrare... vai nel Paese loro con una croce e ti fanno un bucio di culo così". Parole dure. Ma il clima è lo stesso in tutta la zona. "Qui è Africa - sbotta un altro residente esasperato - devono ammazzare tutti sti negri". La stessa Raucci gli fa notare: "Ma è un po' forte...". E l'intervistato replica: "Questi tagliano il collo a tutti e noi lo tagliamo a loro". C'è poi chi invece i toni non li alza, ma teme che nella comunità islamica si annidi il germe del fanatismo islamico. "Abbiamo paura - dice una signora - questa gente deve andarsene via".

Sui social network è partita una campagna contro la giornalista della Gabbia. Viene accusata di aver forzato il servizio. Eppure, quando con la telecamera nascosta ferma qualche musulmano per chiedergli di condannare gli attacchi jihadisti a Parigi, in molti si tirano indietro. "Non me ne frega niente", si scansa un nordafricano. E un altro rincara la dose: "Morire per Allah è giusto". "Se qualcuno fa violenza su tua mamma, che fai? - interviene un altro ancora - piano piano cresce grande dentro la tua rabbia". Poi la sentenza finale: "Se tu mi ammazzi, tu hai già messo la tua morte nella tua mano". Immagini violentissime che parlano da sole. Eppure le critiche non sono mancate.

"Non avrei mai voluto far passare l'idea che tutti i musulmani sono integralisti e appoggiano l'Isis, anzi, io la penso in maniera esattamente opposta - replica la Raucci su Facebook - cercavo solo di raccontare le voci di coloro che non condannano apertamente e una convivenza che non per tutti, ma per molti, li è difficile".

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