Cronache

Quindicenne stuprata in centro: finisce in manette un militare

Il presunto violentatore era di passaggio in città per poi partire in missione. Denunciato anche il fratello: ha provato a coprirlo

Si è coperto il volto con le mani per non farsi vedere mentre entrava in questura. Ma non si è vergognato lunedì sera a spacciarsi per poliziotto e stuprare una ragazzina.

È durata un giorno e mezzo la fuga della belva, che il 29 luglio nei pressi di via Teulada ha abusato della quindicenne pugliese, ospite nella capitale in casa di amici. Il soggiorno romano per la giovane si è trasformato in un incubo. Lo stesso, vissuto dalla mamma dell'amichetta che ha visto la sagoma del mostro e lo ha inseguito per le strade di Prati senza riuscire ad agguantarlo. Il fratello di lui, invece, l'ha coperto, ed per questo è stato denunciato per favoreggiamento. Senza volerlo è stato proprio lui, alla fine, a portare la squadra mobile sulle tracce del violentatore, Giuseppe Franco, 31 anni, originario della provincia di Cosenza.

L'uomo, che appartiene al ministero della Difesa ma è in forza presso l'Arsenale della Marina, lunedì si è imbattuto nelle tre amichette, che tornavano da Castel Sant'Angelo, dove avevano assistito ad uno spettacolo di fuochi d'artificio per la festa di San Pietro e Paolo.

Intorno alle 22 le ragazzine stavano rientrando a piedi, quando sono state fermate dallo sconosciuto che, fingendo di essere poliziotto, con il pretesto di infliggere loro una sanzione perché bevevano birra, ha chiesto i documenti. Solo la quindicenne aveva dietro la carta d'identità e per questo è stata invitata in commissariato, per registrare gli estremi del documento. Franco ha legato la sua bicicletta a un palo e si è avviato con lei. Ma giunto all'altezza del parcheggio di via Casale Strozzi, nei pressi di via Teulada, l'ha violentata e costretta a un rapporto orale. La diagnosi dei medici del Gemelli parla anche di escoriazioni e lividi, compatibili con uno schiaffo.

Dopo essersi divertito, il militare ha riaccompagnato la poveretta in via Bafile, dove l'aveva inizialmente avvicinata. Ma ha trovato una sorpresa ad attenderlo. L'amica che ospitava la giovane pugliese, infatti, aveva telefonato alla madre, che si era precipitata sul posto per capire cosa stava realmente accadendo. Franco, però, si è accorto della presenza dell'adulta ed è fuggito, con la donna e le tre ragazzine alle costole che lo inseguivano gridando. Le telecamere di un negozio del quartiere hanno ripreso tutta la scena. Così è stato possibile tracciare un identikit del violentatore. La polizia, ricostruendo quanto accaduto, ha quindi predisposto un servizio di appostamento dove il balordo aveva parcheggiato la bicicletta. Ieri all'una, coperto dal buio della notte, un giovane è andato a recuperarla, ma è stato fermato.

Ha provato a mantenere la bocca chiusa, ma poi ha confessato che la bici era stata lasciata lì la sera prima da suo fratello. Ed è stato denunciato per favoreggiamento, dal momento che il colpevole era nascosto proprio in casa sua. La polizia ha sequestrato anche un paio di pantaloncini appena lavati, identici a quelli descritti dalla vittima e indossati dall'indagato la sera della violenza.

«Mi dispiace per quello che è successo, ma siamo soddisfatti perché in tempi record i nostri investigatori hanno individuato l'autore del fatto», ha commentato il questore Nicolò D'Angelo. Giuseppe Franco si è difeso parlando di rapporto sessuale consensuale, ma mancano riscontri alle sue parole e il pm Eugenio Albamonte ha chiesto la convalida del fermo per violenza sessuale e sostituzione di persona, dal momento si era spacciato per poliziotto. Al vaglio degli inquirenti, ora, ci ora i telefoni del presunto violentatore e del fratello per scoprire cosa si sono detti subito dopo il fattaccio.

Una consulenza, infine, è stata disposta sull'abito indossato dalla ragazzina al momento dell'aggressione.

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