Cronache

Le regole antiche e cruente della mala albanese

La Dia: le cosche balcaniche applicherebbero le norme del kanun che prevede, in caso di omicidio, l'uccisione dei parenti maschi fino al terzo grado degli assassini

Le regole antiche e cruente della mala albanese

La mala albanese è stata descritta negli ultimi tempi, dagli inquirenti, come una delle mafie più duttili e futuribili, capace di cavare dalla tecnologia importanti canali al malaffare. Eppure il rapporto tra clan così “aperti” al nuovo si basa su codici che hanno radici tanto antiche quanto cruente.

Nell’ultima relazione semestrale della Direzione Investigativa Antimafia, che passa al setaccio i risultati delle inchieste concluse nei primi sei mesi dello scorso anno, gli investigatori pongono l’accento sui modelli comportamentali delle cosche balcaniche. E si tratterebbe di modelli antichi, risalenti addirittura al Medioevo, sintetizzati in una legge consuetudinaria chiamata kanun, termine che sarebbe traducibile pressappoco come canone.

L’applicazione del kanun potrebbe essere – come scrivono gli investigatori – la chiave di lettura del duplice omicidio avvenuto il 10 novembre del 2016 a Canegrate, in provincia di Milano. In quell’occasione furono trucidati due cugini, di 26 e 39 anni nell’ambito di un regolamento di conti nel sottobosco dello spaccio di droga. Per gli inquirenti “il contesto nel quale era sorta l’azione criminosa riguardava, infatti, non solo dissidi tra due gruppi di albanesi attivi sullo stesso territorio nello spaccio di stupefacenti ma anche la ritorsione per un’aggressione subita da un componente familiare di uno dei due sodalizi”. Secondo le norme previste dal kanun, i parenti di chi viene ucciso possono, a loro volta, “uccidere, di diritto, gli autori del fatto o i loro parenti maschi sino al terzo grado, purché di età superiore ai quattordici anni”.

Per quell'omicidio, a maggio dello scorso anno furono indagate e arrestate cinque persone che si erano date alla fuga, in Italia e all'estero, probabilmente proprio per sottrarsi alla tremenda vendetta da parte dei familiari dei due cugini uccisi.

Questo complesso di regole utilizzate in chiave criminale risalirebbe al ‘400 e la sua istituzione viene (quasi miticamente) ricondotta al tempo di Giorgio Skanderberg Castriota, il “padre” fondatore dell’Albania moderna che guidò alla rivolta contro gli Ottomani. Il kanun fu abolito ufficialmente nei primi decenni del '900 dal controverso re Zog ma gli sopravvisse. E superò anche i feroci tentativi di repressione del regime comunista ultraortodosso di Enver Hoxha.

E continua, secondo la Dia, ad essere osservato in maniera rigorosa in ambienti criminali ed applicato come alternativa al diritto comune.

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