Cronache

Rai, la tassa per pagare TeleMatteo

Con la riforma della tv di Stato si passa da Rai servizio pubblico a Rai al servizio del governo

Rai, la tassa per pagare TeleMatteo

Da Rai servizio pubblico a Rai al servizio del governo. È passata infatti ieri la riforma della televisione di Stato che affida i pieni poteri in azienda a un amministratore delegato nominato dal premier e rende marginali quelli del consiglio di amministrazione. TeleRenzi è la seconda fase, temo non l'ultima, di quel processo di sospensione della democrazia innescato da Napolitano. Esagerato? Un Parlamento giudicato illegittimo dalla Corte costituzionale e stravolto dai tradimenti del mandato elettorale ha nominato premier un segretario del Pd mai eletto, il quale come primo atto ha chiuso il Senato e cambiato a colpi di maggioranza la legge elettorale per favorire il suo partito. Per completare l'opera la storia delle dittature insegna mancava la presa della tv pubblica per controllare informazione, coscienze e costumi. Cosa fatta, non senza preoccuparsi di rimpinguarne le casse inserendo guarda caso sempre ieri il pagamento del canone obbligatorio nella bolletta della luce. Da domani, in sintesi, siamo obbligati a una nuova tassa occulta, pena il distacco dell'elettricità. Milioni di euro che serviranno a pagare l'ufficio stampa e propaganda di Matteo Renzi. Dove sono quelli che per vent'anni si sono strappati le vesti sul conflitto di interesse di Silvio Berlusconi, il quale peraltro le sue tv se le pagava lui producendo occupazione, Pil e maggiori entrate fiscali? Spariti. Non una parola, un gemito si è alzato dai giornalisti campioni di libertà. Non un girotondo, una petizione degli intellettuali di sinistra che erano insorti per l'acquisto di Rizzoli libri da parte di Mondadori. Umberto Eco, dove sei? Probabilmente è già a Sankt Moritz a pontificare in qualche salotto di miliardari su democrazia e dintorni. Dove lo stanno per raggiungere molti parlamentari del Pd che come tutti gli altri, dopo il voto sulla Rai hanno lasciato Roma per godersi ben tre settimane di vacanza. Almeno il doppio di un italiano medio.

Bisogna capirli: smontare la democrazia stanca, esserci riusciti merita un premio.

Commenti