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Il razzismo delle donne chic contro la signora Trump

Melania è la moglie di Trump. Già è difficile scegliere un candidato, figuriamoci se per sceglierlo dovesse andarci bene anche la consorte

Il razzismo delle donne chic contro la signora Trump

Ma signora Rodotà, Melania è la moglie di Trump. Non basta questo per non aspettarsi altro, rispetto a quello che c'è? Che poi, va detto, almeno in termini d'involucro è già molto. Sarà formosa, decorativa, ex modella di biancheria intima, corrotta dalla «Milano da bere» degli anni Ottanta, slovena, chirurgicamente corretta (parrebbe dallo stesso bisturi del marito, peraltro: gli occhi sono identici), terza e forse neppure ultima sposa del tycoon dal monocapello, sgrammaticata, disimpegnata, per nulla acculturata... e allora? Ma cos'altro dovrebbe essere? Signora Rodotà, Melania è la moglie di Trump. Già è difficile scegliere un candidato, figuriamoci se per sceglierlo dovesse andarci bene anche la consorte... Vorrà dire che se Trump dovesse vincere non assumerà stagiste e alle prossime elezioni Melania non si candiderà alla presidenza. Tutto qui.

D'altra parte non ci sembra che gli americani abbiano mai fatto dello stile e della cultura un'imprescindibile ossessione. Non hanno avuto difficoltà a eleggere un attore, per esempio. E anche molto altro, se è per questo (se la ricorda Sarah Palin, vero? Anche lei ha pensato di potere diventare presidente degli americani). Il loro vanto di stile è stato John Kennedy che era magro, ricco, fisicamente elegante ma se la faceva con Marilyn Monroe che aveva tanti pregi ma tutti più simili a quelli di Melania Trump che a quelli di Margherita Hack. Quanto alla paziente moglie di Jfk, Jackie, che a lei piace tanto perché era un'appassionata d'arte e, aggiungiamo noi, indossava Chanel ed Hermes come poche al mondo, secca e bruttina com'era, beh, ci piacerebbe tanto sapere che altri servizi abbia reso agli Stati Uniti d'America in quanto first lady.

Questa non farà di più, ma forse neanche di meno. Shopping, parrucchiere, sorrisi e probabilmente opportuni silenzi, che sarebbe già molto. D'altra parte l'audizione lei l'aveva fatta per il ruolo di moglie di un miliardario, mica per quello di moglie di un presidente. «Mio marito è l'uomo giusto» se ne esce avulsa e con lo stesso candore di Sandra Milo.

Avrà copiato il discorso di Michelle Obama? Non lo avrà copiato? Di certo per lei Trump è l'uomo giusto. E in fin dei conti, quante donne, first lady o no, se la sentirebbero di dire lo stesso?

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