Cronache

Reagire alla paura del terrorismo rilassandosi sulle spiagge di Sharm

Come giornalista specializzato in viaggi e turismo, ma soprattutto come turista in prima persona, non voglio darla vinta ai terroristi

Reagire alla paura del terrorismo rilassandosi sulle spiagge di Sharm

Alcune agenzie di stampa hanno diffuso ieri, anche in Italia, un comunicato dei servizi segreti israeliani che segnala ai loro concittadini di non partire per il Mar Rosso per un possibile rischio attentato che li riguarda. E dopo quanto è appena successo a Londra, e prima a Parigi, Berlino, Bruxelles, in Costa Azzurra, in Canada, negli Stati Uniti – tutte località dove andrei volentieri anche domani -, e a quello che avrebbe potuto succedere a Venezia intorno al ponte di Rialto, come giornalista specializzato in viaggi e turismo, ma soprattutto come turista in prima persona, non voglio darla vinta ai terroristi e a chi il terrore lo usa anche per distruggere sogni di vacanze ed economie locali di Paesi, come l’Egitto, che sono in prima linea contro il terrorismo. Sono fatalista, ma non folle. Oggi non partirei certo per Siria, Libia, Iraq o Mali. Ma non mi va che i terroristi sconvolgano la mia vita. E, infatti, sono in partenza per una bellissima vacanza, pianificata da tempo, al Domina Coral Bay di Sharm El Sheik sul Mar Rosso, in Egitto. Vacanza che mi sono già goduto a novembre 2016, subito dopo l’attentato all’aero russo. L’Egitto non è certo un Paese completamente stabile ma, oggi, ha un altissimo standard di sicurezza proprio sul Mar Rosso. Doppi controlli in aeroporto e tripli sulle strade e nei resort. A giorni mi appagherò nuovamente con una settimana di relax al sole, facendo bagni in mare, snorkeling e immersioni subacquee. Bagni nelle calde piscine di talassoterapia e massaggi rilassanti nella suggestiva spa del Domina. E la sera aperitivo in «piazzetta», cena in uno dei numerosi ristoranti del villaggio, struscio per le vie dello shopping e qualche puntatina al casinò. Sono certo che, come tutte le precedenti volte, a Sharm mi sentirò veramente coccolato, sicuro e protetto. Da un punto di vista egoistico contento che ci siano ancora pochi turisti e che quel paradiso sia a disposizione mia e di pochi altri. Un disastro invece per chi ci lavora: italiani, egiziani, europei. Anche per questo motivo io parto comunque.

E’semplicemente la voglia di reagire alla passività cui ci vuole costringere il terrorismo e il piacere di trascorrere un’altra vacanza al caldo in un ambiente dove ormai mi sento di casa.

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