Cronache

Regeni, la famiglia denuncia: "Arrestato nostro consulente"

La famiglia di Regeni fa sapere di essere preoccupata per l'arresto in Egitto di una delle persone che stanno offrendo consulenza ai propri legali: Ahmed Abdallah, conferma l'avvocato Alessandra Ballerini

Regeni, la famiglia denuncia: "Arrestato nostro consulente"

La famiglia Regeni si dice "angosciata" per l'arresto in Egitto "del dottor Ahmed Abdallah, presidente del consiglio d'amministrazione della Commissione egiziana per i diritti e le libertà (Ecrf), ong che sta offrendo attività di consulenza per i nostri legali". Più in generale, "alla luce anche del comunicato di Amnesty International", la famiglia Regeni esprime "preoccupazione per la recente ondata di arresti in Egitto ai danni di attivisti per i diritti umani, avvocati e giornalisti anche direttamente coinvolti nella ricerca della verità circa il sequestro, le torture e l'uccisione di Giulio". Dopo i mille dubbi sulla morte del figli, l'indifferenza del governo egiziano e le offese lanciate in diretta tv da una giornalista, questo rappresenta l'ennesimo schiaffo alla famiglia del ricercatore italiano.

Secondo Amnesty International: "Ahmed Abdullah è stato prelevato nella sua abitazione nella notte tra il 24 e il 25 aprile dalle Forze speciali. E' accusato di istigazione alla violenza per rovesciare il governo, adesione a un gruppo "terroristico" e promozione del 'terrorismo'". In totale 270 le persone arrestate dalle forze di sicurezza nell'ambito delle proteste contro la cessione delle isole Tiran e Sanafir all'Arabia Saudita, tenuta ieri in occasione dell'anniversario della liberazione del Sinai dalle forze militari israeliane nel 1982. Lo hanno reso noto fonti del ministero dell'Interno al sito web informativo egiziano "Aswat Masriya".

Circa 120 manifestanti, secondo le fonti, sono stati arrestati dalle strade e nei bar dell'area di al Dokki, il quartiere dove risiedeva il ricercatore italiano Giulio Regeni. Altri 150, invece, sarebbero stati arrestati nel centro del Cairo. Le persone arrestate sono state trasferite nelle strutture della polizia e dell'esercito di Darassa e Gabal al Ahmar, nella periferia orientale del Cairo. Non è ancora chiaro quante persone siano state rilasciate e quante siano ancora in stato di detenzione. Intanto l'organizzazione non governativa Amnesty International ha condannato duramente gli arresti arbitrari di centinaia di manifestanti.

La Ong con sede a Londra ha esortato le autorità egiziane a rispettare le libertà di riunione di parola, invitando a rilasciare tutti i detenuti.

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