Cronache

Reggia di Caserta, arrestati i furbetti del cartellino

I due "furbetti del cartellino" sono stati accusati dei reati di truffa aggravata e continuata, nonché di false attestazioni sulla presenza in servizio

Reggia di Caserta, arrestati i furbetti del cartellino

I protagonisti di questa vicenda non potevano sapere che la Procura di Santa Maria Capua Vetere aveva già fatto partire le indagini per smascherare il loro grave assenteismo dal lavoro. Un'indagine che ha condotto all'esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare dell'obbligo di firma, immediatamente prima dell’inizio dell’orario lavorativo e immediatamente dopo la sua conclusione, per due dipendenti del Ministero dei Beni Culturali.

Un provvedimento che porta alla luce la condotta irregolare di Giovanni Maiale e Raffaele Narciso; due addetti ai servizi di vigilanza presso la Reggia di Caserta. I due "furbetti del cartellino", utilizzando un termine molto in voga in questo momento, sono stati accusati dei reati di truffa aggravata e continuata, nonché di false attestazioni sulla presenza in servizio.

Le indagini sono state condotte dalla squadra mobile della Questura di Caserta che, attraverso pedinamenti e intercettazioni video ambientali, sono riusciti a raccogliere un numero smisurato di prove a carico degli indagati, che si sono assentati regolarmente dal posto di lavoro nei mesi di settembre, ottobre e novembre del 2016.

I due abbandonavano volontariamente, per diverse ore, il posto di lavoro durante l’orario in cui avrebbero dovuto svolgere le loro mansioni, senza alcuna autorizzazione da parte della direzione amministrativa competente. Un comportamento che, senza ombra di dubbio, aveva arrecato un enorme danno all'Ente pubblico. La Reggia, infatti, veniva costantemente abbandonata al proprio destino ed esposta al rischio di atti vandalici e di furti. Non è un caso, infatti, se l'inchiesta in auge è partita dalla commissione di un furto, agevolato, appunto, dalla mancanza della sorveglianza che i due avrebbero dovuto assicurare.

L'indagine coinvolge anche altre quattro persone.

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