Cronache

La Regione chiede di revocare la sospensione della professoressa bypassando il Provveditore agli studi

L'assessore regionale all'istruzione chiede di revocare la sospensione della docente di italiano. Una richiesta che va contro la decisione del provveditorato agli studi. "È necessario andare verso una più mite direzione"

La Regione chiede di revocare la sospensione della professoressa bypassando il Provveditore agli studi

Il caso della docente di italiano sospesa perché non avrebbe vigilato su un lavoro realizzato dai propri studenti diventa un caso politico e scontro anche all'interno della Regione. E sì, perché adesso l'assessore regionale all'istruzione, Roberto Lagalla, chiede di revocare la sospensione dell'insegnante. Sospensione che di fatto significa bypassare la decisione del provveditore agli studi di Palermo Marco Anello. Ieri il provveditore si era detto tranquillo, perché sicuro di aver agito sempre secondo coscienza e nel rispetto delle regole. Adesso però l'assessore Lagalla rilancia. "Il grande clamore mediatico suscitato, anche a livello nazionale, dalla sospensione della docente dell’Istituto Vittorio Emanuele III di Palermo dimostra quanto sensibile e diffusamente avvertito sia ogni tema che riguarda l’insegnamento scolastico e la libera formazione delle giovani generazioni - dice -. Trattandosi di una vicenda che rimanda ad atti procedimentali, non si può che invocare, anche prescindendo da questi, il prevalere delle legittime ragioni ideali e del valore della autonoma funzione educativa". Lagalla insomma sostiene che la vicenda - visto il clamore mediatico che ha ricevuto - debba essere superata secondo il "prevalere delle legittime ragioni ideali e del valore della autonoma funzione educativa".

Un aggiramento delle regole che l'assessore spiega nella necessità di procedere verso una più mite direzione: "La disponibilità ad incontrare la docente, manifestata dal Ministro Salvini, nonché la sincera amarezza della la professoressa e la vibrante, non so lstrumentale, reazione della comunità educante suggeriscono un'ulteriore e riflessiva iniziativa, in diversa e più mite direzione, da parte del competente ufficio lo scolastico provinciale al quale, d’altra parte, non possono essere attribuiti specifici e pregiudiziali addebiti senza che ci sia dato di conoscere formalmente gli atti".

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