Politica

Renzi sbancato

Sul caso Visco l'ex premier resta solo. Il suo è soltanto un tentativo elettorale di contrastare Grillo e di coprire le malefatte del Pd

Renzi sbancato

Renzi va all'assalto della Banca d'Italia, chiedendo la testa del governatore Visco che non avrebbe a suo dire vigilato a sufficienza sulla correttezza dell'operato dei nostri istituti di credito, ma rimane scornato. Governo, Quirinale, sistema bancario e centrali finanziarie europee hanno fatto quadrato attorno a Visco e si sono detti stupiti della mossa irresponsabile del segretario del partito di maggioranza. Irresponsabile e anomala perché l'autonomia di Bankitalia dalla politica è cosa, almeno formalmente, sacra (il governatore viene nominato dal Presidente della Repubblica sentito il ministro delle Finanze e il consiglio dei saggi dell'istituto stesso).

La domanda è quindi perché Matteo Renzi abbia commesso un simile scivolone, che gli ha attirato le ire di mezzo mondo. Scartando, al momento e in assenza di prove certe, che sia uscito di testa, restano due ipotesi. La prima è che stia giocando d'anticipo rispetto a qualche cosa che potrebbe danneggiarlo in arrivo dal fronte delle inchieste giudiziarie, parlamentari (e della stessa Bankitalia) che stanno indagando sul fallimento di Etruria, banca molto vicina come noto al suo magico mondo fiorentino e in particolare alla fidata Maria Elena Boschi.

La seconda ipotesi è che si tratti di una manovra esclusivamente elettorale. Provare cioè a convincere gli italiani che lui e non Grillo è il paladino dei risparmiatori traditi da banche farlocche e dalla mancanza di vigilanza su di esse di Bankitalia. Visco, insomma, come il cattivo da dare in pasto all'opinione pubblica per saziarne la fame di vendetta.

Probabilmente la verità è un mix delle due ipotesi, e probabilmente dietro c'è lo zampino di donna Boschi, al cui babbo Visco, semplifico, sta per chiedere un mucchio di soldi per la malagestione di Etruria. Ci sta. È nelle corde dell'uomo sfasciare tutto per vendetta e quattro voti. Solo che Bankitalia è il Paese, non il Pd. Così come Draghi non è Cuperlo, Padoan non è Pisapia, Mattarella non è Bersani. Per tirarseli tutti contro in un colpo solo ne deve valere davvero la pena, altrimenti vuole dire che sei davvero alla canna del gas. Ma come può Renzi pensare - dopo i pasticci sulle Popolari e su Montepaschi fatti dal suo governo e dopo che non ha cacciato la Boschi per Etruria - di diventare lui il paladino del rigore finanziario e della trasparenza bancaria? Evidentemente lo pensa. Già, come pensava di vincere facile il referendum che invece ha segnato l'inizio del suo declino. Lasciamoglielo credere.

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