Cronache

Una Repubblica fondata sulla forza di volontà

Oggi per conquistarsi un lavoro serve studiare. E andare all'estero

Una Repubblica fondata sulla forza di volontà

La nostra Repubblica, dice la Costituzione, è fondata sul lavoro e tutti i nostri politici lo invocano ogni giorno. Ma per avere posti di lavoro che non sono pagati dallo Stato, aumentando il debito pubblico, ci vogliono imprese che fanno profitti e pagano le tasse. Ci vuole una forte borghesia.

Ed è proprio sulle imprese sane che si sono abbattute la crisi economica, la speculazione finanziaria, la crisi delle banche, la delirante burocrazia e la mannaia del fisco. In tutta Italia innumerevoli imprese fiorenti sono state annientate, molti imprenditori si sono suicidati. Vi erano aree prospere ora in rovina, come i cantieri nautici di Viareggio. Altre sono state vendute agli stranieri, perfino l'Inter e il Milan. Poi c'è il massacro delle piccole imprese che fanno prodotti gastronomici o artigianali pregiati, perché la grandissima distribuzione mette in vendita le loro marche solo se stanno al di sotto di un certo prezzo; quindi devono abbassare la qualità. E le multinazionali di vendita, prive di controllo, fanno chiudere milioni di esercizi e di imprese artigiane. E la ripresa non è facile perché, mentre nel Dopoguerra il semplice operaio col suo ingegno, o con l'aiuto di un ingegnere, poteva costruire una fabbrica di elettrodomestici, come hanno fatto Borghi e Merloni, o di automobili, come hanno fatto Enzo Ferrari e Ferruccio Lamborghini, oggi occorrono elevatissime conoscenze tecnologiche che devi imparare andando nelle grandi università straniere o lavorando con gruppi internazionali. E devo dire che la borghesia italiana, pur impoverita, ha avviato con decisione i suoi figli su questa strada. Maschi e femmine studiano all'estero, fanno stage lunghi e difficili, parlano diverse lingue e accettano un lavoro anche malpagato, ma si fanno strada nelle multinazionali in cui operano.

Queste ragazze e ragazzi italiani forti, preparati, li troviamo in tutte le parti del mondo e costituiscono l'armata imprenditoriale di riserva pronta a tornare in Italia nei settori in cui si creano le condizioni favorevoli.

E gli altri più poveri? Dovrebbero fare lo stesso al loro livello: studiare, studiare, andare all'estero, fare qualsiasi lavoro con volontà di riuscire, di affermarsi, non stancarsi mai di provare.

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