Cronache

Guai per il pm anti ecomafia: "Pretendeva rapporti sessuali dalla moglie del carcerato"

Tremano le procure a Napoli e Santa Maria Capua Vetere. Donato Ceglie avrebbe costretto ad avere una relazione sessuale la moglie di un uomo che lui stesso aveva arrestato

Guai per il pm anti ecomafia: "Pretendeva rapporti sessuali dalla moglie del carcerato"

Donato Ceglie era noto principalmente come il magistrato della lotta alle ecomafie, colui che aveva scoperto i rifiuti sotterrati illegalmente nelle campagne tra Napoli e Caserta: ora rischia di finire sui giornali per vicende ben meno edificanti. Il magistrato è stato oggetto, nel dicembre dell'anno scorso, di una richiesta di rinvio a giudizio per concussione e violenza sessuale. Ceglie, secondo il provvedimento disposto dal pubblico ministero romano Barbara Sargenti, avrebbe costretto a intraprendere una relazione sentimentale la 46enne Maria Rosaria Granata, moglie di un uomo, Gaetano Ferrettino, che lui stesso aveva fatto mettere agli arresti domiciliari. I rapporti sarebbero avvenuti tanto negli uffici della procura di Santa Maria Capua Vetere, quanto in quelli della procura generale del capoluogo campano.

La vicenda risale al 2007, quando Ceglie, allora alla procura di Santa Maria Capua Vetere, scoprì tonnellate di rifiuti interrati in Campania nell'ambito dell'inchiesta Chernobyl, disponendo tra l'altro il sequestro dell'impianto di compostaggio di cui Ferrettino era amministratore unico. Negli anni successivi, secondo la procura di Roma e come ricostruito da La Repubblica, il magistrato avrebbe intrecciato una relazione con la moglie di Ferrettino, indotta a "instaurare e proseguire una relazione sentimentale che gli procurava indebitamente rapporti sessuali".

Ma le accuse contro Ceglie non finiscono qui: il magistrato avrebbe inoltre favorito l'assunzione della Granata, licenziata in precedenza dal curatore fallimentare della ditta di Ferrettino, presso la Compost Campania, società a cui lui stesso aveva affidato l'impianto di smaltimento dei rifiuti una volta dissequestrato. La vicenda si sarebbe protratta fino al 2012, anno in cui sia la Procura generale sia la redazione de Il Mattino hanno iniziato a ricevere mail anonime in cui venivano fatte insinuazioni su presunte irregolarità di Ceglie. A questo punto è stato lo stesso magistrato a denunciare la donna, con cui ha ammesso di essersi incontrato, ma solo per motivi professionali. I pm romani non gli hanno creduto, e così si è giunti all'indagine per cui Ceglie è tornato nell'occhio del ciclone.

L'esito giudiziario di tutta la faccenda è però ancora da chiarire, ricorda La Repubblica, perché la richiesta di rinvio a giudizio è ancora ferma sul tavolo del giudice per le indagini preliminari.

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