Cronache

Roma, rifiuti pericolosi in mano ai bosniaci

Un grosso lavoro che ha portato gli uomini della polizia locale di Roma a smantellare un vero e proprio impianto di "smaltimento rifiuti pericolosi" illegale, con un parco auto numeroso

Roma, rifiuti pericolosi in mano ai bosniaci

Le colonne nere di fumo nero e denso erano il segnale che qualcosa stesse bruciando, gli uomini della polizia locale hanno documentato come i bosniaci smaltivano i rifiuti pericolosi

Rifiuti bruciati direttamente nei campi rom, oppure gettati nelle falde acquifere in maniera subdola e inquinante. I quartieri di Ponte di Nona, Case Rosse e La Rustica con l'aria irrespirabile a causa della puzza sprigionata dai grossi roghi per "smaltire" i rifiuti. Inquinamento, di questo si parla, che giorno dopo giorno mette in pericolo la vita di migliaia di persone soltanto a Roma. Basti pensare al "Villaggio Solidarietà" che sorge nei pressi di Castel Romano e che riporta una popolazione di circa 900 persone che ogni giorno sono costrette a respirare i roghi che produce chi guadagna da questo business.

Il Fatto Quotidiano riporta l'importante operazione messa a segno dagli uomini della polizia locale di Roma Capitale, capitanati da Antonio Di Maggio che sostiene di aver messo a segno un importante colpo contro questa situazione incresciosa che si verifica nelle periferie. Quattro arresti e ben 19 indagati, tra cui anche alcuni italiani. Quindi, non solo bosniaci ma anche alcuni italiani sono finiti nella ragnatela dei rifiuti pericolosi. Al centro di tutto ci sarebbero due famiglie molto note nell'ambiente, gli Halilovic e i Seferovic.

Il clan aveva a disposizione un grosso parco auto, con furgoni e camioncini che transitavano dalle ditte, conniventi, fino alla zona di "smaltimento" (se così lo si può chiamare). Bruciavano i rifiuti solidi e gettavano invece nei fiumi quelli liquidi. Le ditte erano soddisfatte dell'operato, visto che riuscivano ad abbattere i costi. Tra le aziende che utilizzavano questi servigi compaiono ditte che scartavano prodotti farmaceutici, ferrosi oppure chimici.

Dopo Tor Sapienza anche i rom di via di Salone si sono spinti troppo in là e hanno attirato l'attenzione delle autorità locali, allertate dai continui fumi neri che si sviluppavano intorno a importanti quartieri della periferia romana.

Salvini, qualche tempo fa, avrebbe voluto lo sgombero del campo rom di via di Salone.

Commenti