Cronache

Rigopiano, telefonista che ignorò allarme: ​"Non me ne frega niente"

Gli investigatori hanno sentito la donna che avrebbe bollato come "bufala" l'allarme sulla valanga di Rigopiano. Lei si difende: "Ho la coscienza pulita"

Rigopiano, telefonista che ignorò allarme: ​"Non me ne frega niente"

"Abbiamo già verificato, quella dell'hotel è una bufala inventata da imbecilli". Con queste parole una dirigente del Css, il centro di coordinamento dei soccorsi, nei giorni della tragedia dell'hotel Rigopiano aveva ignorato l'allarme arrivato al 118 da Quintino Marcella, l'amico di Giampiero Parete, uno dei sopravvissuti alla valanga. Ora la donna è stata interrogata dagli investigatori che intendono fare chiarezza su quanto accaduto e capire per quale motivo non abbia dato subito il via alla macchina dei soccorsi.

La telefonata degli equivoci

"Il mio cuoco mi ha contattato su WhatsApp cinque minuti fa - aveva detto al telefono Marcella - l'albergo di Rigopiano è crollato, non c'è più niente... Lui sta lì con la moglie, i bimbi piccoli... intervenite, andate lassù". Ma la telefonista aveva chiuso la telefonata, bollando come "bufala" la notizia che Marcella le stava riportando. "Questa storia gira da stamattina - rispose la funzionaria - I vigili del fuoco hanno fatto le verifiche a Rigopiano, è crollata la stalla di Martinelli". E in effetti la stalla era crollata, ma si trattava di un incidente precedente che nulla evava a che fare con la drammatica valanga accorsa pochi minuti prima. "No, no! Il mio cuoco mi ha contattato su WhatsApp 5 minuti fa - incalzava infatti Mareclla - ha i bimbi là sotto... sta piangendo, è in macchina... lui è uno serio, per favore". Ma la funzionaria chiuse la chiamata definendo "imbecilli" quelli che secondo lei avrebbero inventato la falsa notizia: "Il 118 mi conferma che hanno parlato col direttore due ore fa, mi confermano che non è crollato niente, stanno tutti bene". Purtroppo era tutto vero. In effetti il 118 aveva parlato con il direttore dell'hotel, Di Tommaso, ma questi era a Pescara e non nella struttura. Quindi impossibilitato a sapere cosa fosse successo.

L'interrogatorio della funzionaria

La donna ieri è stata sentita dagli investigatori che indagano. Secondo quanto emerge da fonti investigative, la funzionaria avrebbe detto: "L'importante è essere a posto con la coscienza. E io lo sono. Questo è quello che mi preme. Del resto non me ne frega niente". Nel verbale ha inoltre fatto scrivere che "mercoledì ero appena rientrata in ufficio da una malattia. Prima è scoppiata l'emergenza della neve, poi quella del terremoto. C'era bisogno di gente nell'unità di crisi e io avevo dato la mia disponibilità. Il mio compito era rispondere alle chiamate che arrivavano dall'esterno". Poi ha aggiunto: "La storia della stalla me l'ha ricordata, mentre ero al telefono, chi era con me nella sala operativa. Eravamo in tanti, non c'ero solo io". Forse un modo per scaricare su altri la responsabilità. "Piuttosto che parlare coi giornalisti - ha aggiunto - preferirei parlarne col Padre Eterno. Comunque ci saranno modi e tempi per chiarire tutto. L'importante è essere a posto con la coscienza.

Del resto, delle polemiche, non me ne frega nulla".

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