Cronache

Rimini, la poliziotta che ha preso gli stupratori: "Feroci in branco, poi mansueti"

Francesca Capaldo: "Impressionata dalla ferocia di questi ragazzi". E spiega: "Sono molto giovani, eppure hanno tirato fuori una carica d'odio enorme"

Il capo dello Sco Francesca Capaldo arresta lo stupratore Guerlin Butungu
Il capo dello Sco Francesca Capaldo arresta lo stupratore Guerlin Butungu

"L'arresto è stato una doppia soddisfazione perché a mettere le manette al quarto uomo sono state due donne - ci ha tenuto a sottolineare il questore di Rimini, Maurizio Improta - un gesto simbolico che ha reso giustizia alle vittime delle violenze". Come rivela la Stampa, le due donne, che dopo dieci giorni di "caccia all'uomo" sono riusciti a mettere le manette ai polsi delle bestie che hanno stuprato una turista polacca e una trans peruviana, sono Francesca Capaldo, dirigente del Servizio operativo (Sco), e la collega della Mobile Roberta Rizzo. "È stata lampante ed evidente la discrasia fra il loro atteggiamento - racconta la Capaldo - il loro modo di fare, quasi da bambini, e l'efferatezza di questo reato gravissimo, raccontato dai volti e delle parole delle vittime".

Lunedì 28 agosto, due giorni dopo la notte di violenze sul lungomare di Rimini, Francesca Capaldo si è trasferita a Rimini per lavorare giorno e notte alla catturare del "branco". "È stato un lavoro di squadra formidabile e in una settimana siamo riusciti a braccarli tutti", racconta oggi al Corriere della Sera. A far chiudere il cerchio sono state le immagini delle telecamere di sicurezza. Frame del branco che passeggia in spiaggia. Ma a fornire "elementi precisi" alle indagini e a mettere gli inquirenti "sulla pista giusta" è stata la transessuale peruviana. "Ha capito che poteva fidarsi e ha parlato con noi senza imbarazzi - racconta la numero uno dello Sco - grazie alle sue parole siamo riuscite a ricostruire ogni dettaglio, è stato come vedere con i suoi occhi che cosa era accaduto quella notte. Ed è stato davvero impressionante". Un ruolo importante, però, lo ha avuto anche la collega della Scientifica che, con il suo lavoro, è riuscita a cogliere "ogni dettaglio delle testimonianze". "Non a caso ho parlato di lavoro di squadra - chiosa la Capaldo - e certamente non mi riferisco soltanto alle donne".

La Capaldo si occupa da diverso tempo di reati violenti. Ma questa volta è rimasta "impressionata dalla ferocia di questi ragazzi". "Sono molto giovani, eppure hanno tirato fuori una carica d'odio enorme - racconta ancora al Corriere della Sera - forse il fatto di muoversi in branco. Quando li abbiamo interrogati si sono mostrati mansueti.

E invece il racconto delle due donne, le lesioni che hanno inferto loro, dimostrano che sono riusciti a tirare fuori una forza brutale - conclude - erano accaniti in maniera bestiale, non mi era mai capitato di vedere una cosa del genere tra estranei".

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