Cronache

Il ristoratore che ha sparato: "Io afferrato e poi trascinato"

Mario Cattaneo racconta quella notte in cui ha sparato ad uno dei banditi che hanno provato ad assaltare il suo ristorante

Il ristoratore che ha sparato:  "Io afferrato e poi trascinato"

Mario Cattaneo racconta quella notte in cui ha sparato ad uno dei banditi che hanno provato ad assaltare il suo ristorante in provincia di Lodi. Cattaneo ricostruisce quegli attimi e prova a spiegare come sono andate le cose. "Ricordo che la porta era bloccata da alcuni mobili accatastati. L’ho aperta con un calcio e ho sentito qualcuno che dall’altra parte mi tirava verso il basso per la canna della doppietta. Mentre cadevo è partito il colpo, ricordo che mi trovavo sul fianco quando è partita l’esplosione. Poi sono volato a terra, lui mi ha trascinato per almeno 5-6 metri. Se ho ferito qualcuno? Non mi sono accorto di nulla, era buio pesto", spiega al Corriere. Poi parla della sua attività e del difficile ritorno alla vita normale: "Volevo aprire a ogni costo – dice lui -. Cucinare mi aiuta a non pensare a quello che è successo. A scaricare la tensione". A questo punto parla di quando ha saputo di aver ucciso uno dei ladri:"Non sentivo tanto male… gli operatori del 118 hanno insistito per portarmi in ospedale. Mentre mi trovavo al pronto soccorso, non so, saranno state le 5 o le 6 del mattino, improvvisamente sono arrivati quattro carabinieri e da allora non mi hanno più mollato. Dicevo a me stesso: sono io la vittima, cosa ci fanno qui da me".

Infine precisa la dinamica della sparatoria e ai carabinieri che gli chiedevano se avesse esploso più di un colpo ha risposto: "Uno, uno, sono sicurissimo, l'altro era in canna, proprio per questo cercavo di non farmi strappare la doppietta di mano".

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