Cronache

"Ristrutturare l'attico di Bertone fu un investimento, lo rifarei"

L'ex presidente della Fondazione Bambin Gesù difende il finanziamento per ristrutturare la casa del cardinale: "Grazie a quella operazione sono decollate le donazioni"

"Ristrutturare l'attico di Bertone fu un investimento, lo rifarei"

Per Giuseppe Profiti ristrutturare l'attico del cardinale Tarcisio Bertone è stato un investimento. In una intervista al Sole 24Ore l'ex presidente della Fondazione Bambin Gesù spiega che "lì avremmo realizzato, nel successivo triennio, le maggiori iniziative della Fondazione, quelle con il più elevato ritorno economico". Insomma, un investimento che rifarebbe nonostante lo scandalo Vatileaks. "Certo che lo rifarei - continua - solo per dare un'indicazione, nel 2013 gli eventi per la Fondazione che hanno visto la partecipazione del Segretario di Stato hanno determinato, nell'anno successivo, un incremento della raccolta fondi di oltre il 70%. Siamo passati da poco più di 3 milioni a oltre 5 milioni all'anno. Certo che lo rifarei, con questi risultati".

L'attico di Bertone è considerati da Profiti una sorta di appartamento per fare marketing strategico, "una delle azioni che erano previste nel piano strategico della Fondazione". "Io non ho ricevuto nessun ordine (dal cardinal Bertone, ndr) - racconta al quotidiano di Confindustria - l'investimento era proprio una delle azioni del piano di marketing che vedeva come obiettivo questo investimento finalizzato alla raccolta fondi delle grandi aziende nazionali e delle grandi multinazionali estere. Soggetti nei confronti dei quali il brand Vaticano, la location vaticana, la possibilità di essere ospitati in eventi che descrivono l'attività dell'ospedale presso il Vaticano esercita un fascino straordinario e una sensibilità straordinaria, come dimostrano i dati nel donare all'ospedale".

Da quando è scoppiato lo scandalo Vatileaks, Bertone continua a dire di aver pagato la ristrutturazione dell'attico. "Il cardinale, dalle carte, ha rimborsato le spese, la parte di ristrutturazione sostenuta dall'amministrazione dello Stato Città del Vaticano - precisa Profiti - il contributo della Fondazione, dato dalla Fondazione alla ristrutturazione, era coperto da un impegno formale dell'impresa costruttrice a riconoscere un contributo alla Fondazione da impiegarsi per l'acquisto di attrezzature". Resta da capire se il cardinale fosse a conoscenza di tutto questo. "Non mi risulta che ci sia un obbligo per i cardinali o gli alti prelati che hanno diritto all'abitazione di servizio in Vaticano di concorrere alle spese di abitazione di servizio in Vaticano di concorrere alle spese di ristrutturazione - spiega l'ex presidente della Fondazione Bambin Gesù - il fatto che il cardinale abbia deciso con i propri risparmi di coprire questa ristrutturazione dimostra invece che non era a sua insaputa, ma sapeva benissimo quello che faceva".

Nell'intervista al Sole 24Ore Profiti assicura di non aver toccato i fondi che il Bambin Gesù riceve per i bambini malati. "Neanche un euro dei fondi raccolti per i bambini - dice è stato impiegato in questa operazione, che è un investimento".

Commenti