Cronache

Rom rinchiuse nella Lidl, parla uno dei dipendenti: "Ecco la verità sul video"

Dopo il licenziamento di chi aveva fatto il video nell'"angolo rotture della Lidl", la risposta di uno dei dipendenti: "Rubavano anche nel negozio"

Rom rinchiuse nella Lidl, parla uno dei dipendenti: "Ecco la verità sul video"

Adesso parla uno dei dipendendi della Lidl di Follonica.Dopo il caso delle due rom "rinchiuse" nella gabbia dei rifiuti del noto supermercato, i due dipendendi che hanno realizzato il video diventato virale in rete sono stati licenziati dall'azienda. Loro non ci stanno e ora Ramon Zurita, uno dei due ragazzi, ha deciso di fare chiarezza con un messaggio su Facebook.

"Per rispetto dell'azienda e per la speranza di rientrare non ho mai voluto (potuto) parlare in questi due mesi - scrive - ma chi meglio di me può sapere le cose?". Poi elenca la sua verità: "La merce che buttiamo è roba buona e vi garantisco che ne buttiamo molta ma molta! E non va a nessuna associazione per i poveri, va dritta alla discarica del Coseca!" Secondo: "Chiunque butti le cosiddette rotture in presenza di estranei viene licenziato secco e duro, questo è quello che ci è sempre stato detto da capi-area, responsabili e capi-filiale". Terzo: "Margherita, la Popova, due rumene, due uomini italiani, un anziano zoppo in macchina e un signore che veniva con il furgone a caricare per poi rivendere la roba buona a gente più povera di loro: queste sono le persone che realmente dalle 6 del mattino (perchè noi entriamo alle 6 del mattino) sono già li ad aspettare". Quarto: "I lucchetti credo di aver perso il conto di quanti venivano rotti due minuti dopo essere stati messi". E ancora: "Appena io e Andrea uscivamo a buttare la roba (le colleghe femmine avevano paura con quella gente attorno e si rifiutavano sempre), partivano le spinte, i colpi, le minacce e la roba da mangiare spariva nemmeno fatti due passi dall'uscita del negozio. Per darvi un idea? Buttate una bistecca a due leoni affamati...ma poi scappate però..."

Le accuse di Zurita sono rivolte anche alla Lidl: "I capi-area lo sapevano da anni, Lidl lo sa da anni: i Carabinieri venivano spesso e quando arrivavano avevano già finito di fare quello che stavano facendo, li allontanavano e dopo 10 minuti erano di nuovo lì ad importunare i clienti". Secondo quanto racconta l'ex dipendente, la Lidl gli avrebbe proposto di fare lui la denuncia contro le nomadi. "Scusa, come io?" - si chiede l'ex dipendente - disturbano i clienti, rubano in negozio più volte al giorno, e te azienda te ne lavi le mani e lasci fare la denuncia a un tuo dipendente da privato cittadino?"

Infine la verità sul filmato. "Il video era uno scherzo, nonostante Margherita mi ha rigato tutta la fiancata della mia macchina sul posto di lavoro. Andrea gli fa il verso di urlare e di toccarsi la mano. Stupido certo, ma pur sempre uno scherzo. La porta si apriva, sono due porte non una. La sua amica rideva e continuava a prendere la roba: passati 49 secondi vi dovreste far dare i video del negozio che erano dentro a scherzare con noi e a chiedere se era uscita bene nel video". Peraltro, Zurita non era nemmeno di servzio perché in quel momento era in pausa. "Il video - continua - è stato messo da me nella chat di whatsapp composta dai soli 24 dipendenti Lidl Follonica e il video non l'ha fatto uscire Andrea come detto all'inizio, ma da qualche altro collega (per questo è in corso una denuncia presso la Polizia Postale)".

L'ex dipendente conclude respingendo ogni accusa di razzismo: "Sono per metà sardo e metà peruviano per di più nero anzi mulatto come direbbero i miei amici, quindi figuriamoci se sono razzista, però vi dico: non confondiamo la tolleranza col razzismo".

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