Cronache

Merce rubata e contraffatta: ecco il mega suq che imbarazza i grillini

Nel IX municipio della Capitale, con il silenzio assenso della mini-giunta pentastellata, è nato l'ennesimo mercatino rom: all'interno si può acquistare merce contraffatta, trovata nei cassonetti e di dubbia provenienza

Merce rubata e contraffatta: ecco il mega suq che imbarazza i grillini

“Accorrete gente, accorrete”. “Tutto ad un euro”. Ma anche a dieci, venti, trenta, fino ad arrivare a cento (trattabili) per chi volesse acquistare articoli tecnologici. E meno male che siamo nel mercato del “baratto”: un enorme suq nel cuore del IX Municipio. Qualcuno lo definisce un “carnaio” perché quando ci entri ti senti come un gladiatore nell’arena: ti devi saper muovere, devi mercanteggiare e soprattutto non devi fare domande. “Devi essere spietato”, ci avvertono gli habitué. È questa la prima regola del “Mercato Integrato” di via Ardeatina 850 dove, ogni sabato, centinaia di rom espongono i prodotti dell’attività settimanale di rovistaggio, e non solo.

I venditori pagano una quota per esporre la loro merce, mentre per entrare i visitatori devono sottoscrivere una tessera e acquistare un ticket da un euro. “C’è di tutto, dalle cose che trovano nei cassonetti a quelle che ogni tanto rimediano da qualche altra parte”, ci spiegano all’ingresso. È sabato pomeriggio e il mercato è affollatissimo. Sulle lenzuola stese a terra c’è di tutto. Dalle cianfrusaglie ai telefonini, passando per scarpe, vestiti, apparecchiatura elettronica, articoli contraffatti e persino generi alimentari, conservati senza rispettare nemmeno lontanamente le norme in materia di igiene e sicurezza. E chissà se tra tutta quella mercanzia non troviate anche qualcosa che vi è appartenuto. Certo, bisogna stare attenti alle "fregature". Ce lo dice senza troppo girarci attorno una signora italiana che ha iniziato a frequentare il bazar “per gioco”. Adesso, per lei, il mercatino è diventato un appuntamento fisso e, vedendoci inesperte, ci suggerisce di muoverci con cautela.

“Se non vuoi problemi i cellulari non li devi comprare”, ci avvisa, "altrimenti ti ritrovi i carabinieri a casa”. Nella blacklist ci sono anche navigatori satellitari e decoder. “Sono tutti rubati”, ci mette in guardia un altro ragazzo. L’associazione controlla che nel mercato non entrino oggetti rubati ed effettua qualche sequestro. Ma il bazar è sterminato e monitorare i venditori è impossibile. Così scopriamo che la tecnologia prêt-à-porter non è la sola ad essere di provenienza incerta. All’interno ci sono prodotti di marca con tanto di scatole e buste dei relativi negozi: difficile immaginare che qualcuno se ne sia voluto sbarazzare, gettandoli nei secchioni subito dopo averli acquistati. “Tante volte gli arriva qualcosa di abbigliamento, di negozio, rubata”, ci spiega un ragazzo, “oppure le cose che rubano in tabaccheria, come filtri o cartine”. Tra le bancarelle c’è pure chi offre sigarette ad un prezzo inferiore rispetto a quello di mercato. Praticamente, un vero e proprio mercimonio alla luce del sole.

L’associazione che promuove le attività del suq, infatti, secondo una fonte de ilGiornale.it, a giugno ha presentato regolare richiesta al IX municipio tramite posta elettronica certificata. Ma dalla mini-giunta pentastellata, guidata dal grillino Dario D’Innocenti, non è arrivato nessun riscontro. Così, grazie al silenzio assenso del municipio, l’organizzazione ha potuto dare il via agli scambi. E poco importa se, alla fine del 2016 lo stesso mercato, che prima si svolgeva sul territorio del V municipio, fosse stato chiuso dalla Polizia Locale per irregolarità. I “tutori della legge” erano piombati alle porte del suq, appioppando agli organizzatori una “sanzione amministrativa di oltre 5mila euro”. In sostanza, mancava la licenza. Ma i gestori si sono difesi sostenendo di non fare commercio ma qualcosa di ben più virtuso: “integrazione”. In attesa della pronuncia del Tar che entrerà nel merito della questione, l’attività si è trasferita dietro via Ardeatina dove il clima sembra essere decisamente più favorevole, nonostante la sindaca di Roma, Virginia Raggi, abbia recentemente annunciato che proprio il rovistaggio sarà inserito tra le condotte sanzionabili previste dal nuovo regolamento di polizia urbana. Nonostante i trascorsi non proprio limpidi, infatti, qui gli affari del suq sembrano procedere a gonfie vele.

Il minisindaco pentastellato, sentito da IlGiornale.it, conferma di non essere all’oscuro di quello che accade al civico 850 di via Ardeatina. Ma di non aver dato alcuna autorizzazione poiché le attività si svolgono in "un'area privata". "Comunque - assicura il presidente Dario D'Innocenti - abbiamo dato mandato alla Direzione Tecnica del municipio competente per la materia e alla Polizia Locale di effettuare tutti i controlli e le verifiche del caso". Intanto, però, sono tantissimi i romani che “pizzichiamo” a gironzolare tra gli stand improvvisati. In questo angolo di Roma il clima è surreale e qualcuno già si porta avanti acquistando i primi regali di Natale.

Qui la crisi non è arrivata e, spendendo "pochi euro”, è ancora possibile tornare a casa "con le buste piene”.

Commenti