Cronache

Roma, ospedali degradati e sanità al collasso

Ospedali fatiscenti, pronto soccorso intasati, carenza di personale e incursioni dei clochard. I nosocomi della Capitale, a dispetto degli annunci trionfalistici del presidente del Lazio, Nicola Zingaretti, sono al collasso e la sanità in tilt

Roma, ospedali degradati e sanità al collasso

Ospedali fatiscenti e insicuri, pronto soccorso intasati e carenza di personale. È questo il desolante quadro della sanità del Lazio che nel 2017 ha perso ben 10 posizioni nella classifica stilata dall’Istituto Demoskopika che monitora l’Indice di Performance Sanitaria.

Se il presidente della Regione, Nicola Zingaretti, usa toni trionfalistici per annunciare la fine del commissariamento, molti ospedali soffrono dal punto di vista finanziario per i loro conti in rosso. Ma non solo. Negli ultimi tempi sono aumentate le aggressioni verbali e fisiche nei confronti di medici e infermieri che, complice la cronica carenza di organico, sono sottoposti a turni massacranti. “L’infornata di neoassunti, tanto sbandierata da Zingaretti, altro non è che la stabilizzazione dei lavoratori precari”, spiega Stefano Barone, segretario provinciale del sindacato degli infermieri Nursind a Roma. “Negli ultimi dieci anni – sottolinea il sindacalista - il settore è stato penalizzato dal blocco delle assunzioni e, ora, sono stati semplicemente assunti, attraverso un bando, quei precari che tiravano avanti con rinnovi trimestrali, semestrali e triennali”.

Per capire meglio la situazione abbiamo visitato i nosocomi che maggiormente assurgono, loro malgrado, agli onori della cronaca per le loro criticità (guarda il video).

Sant’Eugenio, tra carenze strutturali e insicurezza

L’ospedale Sant’Eugenio, nel quartiere Eur di Roma, ha di recente subìto l’incursione di un migrante somalo che è riuscito a entrare dentro una sala parto dove ha importunato una donna incinta.“Questa struttura ha una certa età, quindi una volta che si entra, basta prendere un ascensore e si va dove si vuole”, ci racconta Antonio Crescente, segretario aziendale Asl Roma 2.“Fortunatamente – continua – il somalo è stato fermato dai vigilantes che lo hanno bloccato prima che intervenisse la polizia”. Ma il nosocomio è anche noto per le sue carenze strutturali. Le sale del Pronto Soccorso si sono allagate dopo la violenta ‘bomba d’acqua’ che ha colpito la città lo scorso 5 novembre. Una situazione di incuria che, come ci spiega Fabrizio Santori, consigliere regionale di FdI, viene da lontano: "Già nel 2014 presentammo un’interrogazione al presidente Zingaretti su alcuni reparti del nosocomio e su locali che risultavano fatiscenti e fuori norma. Una condizione che - conclude Santori - grida vendetta se pensiamo che nel 2016, per il Giubileo della Misericordia, l’ospedale ha ricevuto 1,6 milioni di euro per lavori di manutenzione degli impianti del Pronto soccorso e del reparto di Medicina d’urgenza".

San Camillo, padiglioni abbandonati e pronto soccorso in tilt

Nella Capitale il taglio dei posti letto, operati dalla Regione Lazio negli ultimi anni, ha inciso soprattutto sul San Camillo, già noto per i suoi conti in rosso. I malati che arrivano in ambulanza vengono sistemati nei corridoi del pronto soccorso e, a volte, anche dentro alcuni reparti. Tutto a scapito del personale sanitario che si trova ad operare in condizioni di estrema difficoltà tanto da doversi districare tra le barelle col rischio concreto di aumentare la percentuale di errore umano. “Nel caso di codice rosso ogni secondo è vitale”, ci dicono i due infermieri-sindacalisti che ci confermano che, a causa di questa situazione, sono aumentati anche i casi di denunce contro il personale. Dal punto di vista strutturale il San Camillo presenta una situazione di forte degrado al suo interno per la presenza di una palazzina, il cosiddetto padiglione Monaldi, che per lungo tempo è stata rifugio di stranieri e tossici. Sgomberato di recente, l’edificio è ancora circondato da resti di siringhe. Accanto all’uscita dell’ospedale, poi, un parcheggio all’aperto è diventato la casa di una decina di rom.

Policlinico Umberto I, tra clochard e ambulanze bloccate

Una situazione analoga, se non peggiore, ci viene segnalata al Policlinico Umberto I, dove come ha testimoniato Striscia la notizia, le ambulanze non possono svolgere adeguatamente il proprio servizio a causa del taglio dei posti letto. Stefano Barone ci spiega che questo taglio comporta dei disagi che, a cascata, si ripercuotono su tutto il sistema sanitario della Capitale: “In assenza di posti letto i pazienti che arrivano in ambulanza sono costretti a rimanere sdraiati nella barella e le ambulanze a restare ferme davanti al pronto soccorso. Succede, quindi, che le macchine disponibili per operare sul territorio sono di meno”. Nelle giornate più critiche sono stati raggiunti picchi di cinquanta ambulanze ferme in tutta Roma. Ma i problemi del Policlinico non finiscono qui. I tanti ingressi incontrollati rendono questo ospedale facilmente penetrabile da parte dei senzatetto che vagano indisturbati tra gli anditi, le sale d’attesa e le gallerie. Un dipendente della struttura ci racconta che la settimana scorsa si è trovato due clochard che dormivano nei letti di una stanza adibita al riposo dei medici dove avevano espletato anche le loro funzioni corporali. Un problema non solo di sicurezza ma anche igienico-sanitario. “Spesso sono persone che versano in condizioni igieniche critiche che non si adattano ad una condizione di ricovero ospedaliero, dove i pazienti sono delicati.

L’accesso ai reparti - ci spiega - è chiuso dalle porte di sicurezza, gli ambienti limitrofi, però, sono utilizzati dai familiari dei ricoverati per cui la situazione andrebbe sorvegliata maggiormente”.

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