Cronache

Rom rubano in stazione: arrestati e subito liberati

Sempre più spesso le giovani rom arrestate per furto vengono processate per direttissima e subito rimesse in libertà per mancanza di precedenti

Rom rubano in stazione: arrestati e subito liberati

Il copione, purtroppo, è tristemente noto. I viaggiatori che arrivano alla stazione Termini di Roma vengono intercettati da decine di stranieri, spesso rom, che si offrono, quasi sempre con la forza, di trasportare i bagagli fino al binario. Arrivati al treno, la sgradita sorpresa: per il servizio, non richiesto, vengono pretesi dai quindici ai trenta euro, la cui riscossione viene assicurata sotto la minaccia del furto delle valigie.

Uno spettacolo ormai consueto agli occhi di chi frequenta il principale scalo ferroviario della Capitale, ma che comunque ogni volta lascia in bocca al cittadino l'amaro sapore dell'impotenza di chi si vede vessato giorno dopo giorno. Una sensazione resa resa ancora più sgradevole dalla notizia che nella maggior parte dei casi i furti e le estorsioni commessi ai danni dei viaggiatori vengono sanzionati con pene lievi o lievissime, che quasi mai impediscono il reiterarsi dei reati.

Come spiega Il Messaggero, due giovani di etnia rom fermate con l'accusa di furto ed estorsione - e per cui era aveva richiesto o la custodia cautelare in carcere, o almeno il divieto di dimora nel comune di Roma - sono riuscite a cavarsela con una pena davvero irrisoria. A una delle due, con già una condanna all'attivo, è stato imposto l'obbligo di firma, mentre l'altra, incensurata, è stata addirittura rimessa in libertà. Una scelta che suona come una beffa per chi quei furti li ha subiti davvero.

Beffa che rischia di essere ulteriormente aggravata da un'altra sentenza, emessa questa volta dal tribunale di Firenze contro i facchini abusivi che commettevano estorsioni ai danni dei passeggeri in transito per la stazione di Santa Maria Novella. Allontanati dal capoluogo toscano da una sentenza che impedisce loro la dimora nel terriorio del comune, secondo gli investigatori si sarebbero trasferiti nella Capitale per poter proseguire la propria attività negli scali ferroviari romani.

Il tutto tra la rabbia e l'impotenza di cittadini che sono ogni giorno più esasperati.

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