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Sangue nostro

Tra i dispersi a Bruxelles anche una nostra connazionale: era in metrò durante gli attentati. L'Isis manda altri 400 terroristi. Alcuni anche in Italia

Sangue nostro

C'è anche sangue italiano tra quello sparso dai terroristi islamici nel metrò di Bruxelles. Manca l'ufficialità ma è ormai certo che Patricia Rizzo, 46 anni, funzionaria dell'Unione europea, è morta dilaniata (per questo il riconoscimento è complicato) dalla bomba che ha fatto strage di innocenti, innescata dal fratello del kamikaze entrato in azione all'aeroporto. Il suo nome si aggiunge a quello di Valeria Solesin caduta nell'attacco di Parigi al Bataclan, dei quattro nostri turisti falcidiati dai Kalashnikov mentre visitavano a Tunisi il museo del Bardo, dei due tecnici uccisi in Libia solo qualche giorno fa dopo un lungo sequestro.Qualcuno, anche in queste ore, vorrebbe rubricare questi nomi in una lapide anonima, o al massimo con la generica scritta: caduti per mano di pazzi squinternati. Non esagero. Ieri, nelle 17 pagine che il Corriere della Sera ha dedicato agli attentati di Bruxelles, in nessun titolo è scritta la parola «islam».

E lo stesso vale per la Repubblica e La Stampa. Siamo al politicamente corretto che diventa omertà, censura, complicità. E se sostieni che l'islam come abbiamo fatto noi sul giornale di ieri - è il cuore di questo problema, passi per matto e provocatore. Al punto che ieri il capo della comunità islamica milanese, Davide Piccardo, in serata ha radunato un gruppetto di musulmani per inscenare un sit-in davanti al portone del nostro giornale con tanto di preghiera finale, con i fogli delle nostre prime pagine usati come tappetini in segno di disprezzo. Non sappiamo se hanno chiesto ad Allah di punirci. Sappiamo che avrei preferito vederli pregare in massa e su una pubblica piazza per Patricia Rizzo e per tutti i morti per mano dei loro confratelli. Avremmo voluto vederli pregare perché vengano assicurati alla giustizia tutti quei musulmani che al riparo delle moschee delle nostre città imparano a odiarci e a uccidere l'infedele, cioè noi (ci sono inchieste giudiziarie che certificano questo).

Vorremmo vederli pregare perché Allah fulmini i loro fratelli che vanno in Siria e dintorni ad imparare l'arte del kamikaze.

È notizia di ieri sera che ne sta tornando indietro un'ondata di quattrocento, e si sa per certo che diversi hanno scelto l'Italia. Che facciamo, caro Piccardo, preghiamo anche per loro?

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