Cronache

Sardegna, maltrattava gli alunni ritenuti "asini" ma adesso continua a insegnare

Un'insegnante di italiano in Sardegna ha maltrattato diversi alunni perché ritenuti "somari" ma adesso continua a insegnare in un altro paese

Sardegna, maltrattava gli alunni ritenuti "asini" ma adesso continua a insegnare

I giovani ragazzini erano divisi in due gruppi: bravi e simpatici da un lato e scarsi e antipatici dall'altro. La vicenda è avvenuta in un piccolo paese dell'Alto Oristanese, in Sardegna, e vede protagonisti gli alunni di una scuola media.

L'insegnante di italiano,infatti aveva diviso la classe in due parti e pretendeva di spiegare solo ai bravi mentre "gli asini", se si fossero permessi di interrompere la spiegazione rivolta agli alunni più meritevoli venivano insultati, maltrattatati ed esclusi dalla lezione: banco girato e sguardo rivolto verso il muro, fino al suono della campanella.

L'inchiesta è nata quado la madre di una ragazzina, che non riusciva a parlare con l'insegnante, si è presentata in classe interrompendo la lezione e ha fatto una domanda diretta agli alunni: voleva sapere se quello che raccontava a casa la figlia corrispondesse alla realtà. I bambini hanno confermato e così i carabinieri di Ghilarza hanno inziato a indagare. "A scuola in tanti erano a conoscenza di questa situazione – racconta una delle mamme – Perché nessuno ha preso provvedimenti? Non possiamo accettare che i nostri figli si sentano umiliati proprio da chi dovrebbe aiutarli a diventare grandi, da chi dovrebbe contribuire alla loro formazione. Creare la classe degli asini è stata una vera violenza".

Diciannove interrogatori, tra studenti, bidelli, insegnanti e dirigente sono serviti a far saltare fuori la storia. Nel gruppo dei "somari" c’erano anche due ragazzini disabili e neanche verso di loro l’insegnante di italiano aveva un minimo di riguardo. "Sei una deficiente, non capisci proprio nulla", diceva spesso a una ragazza con gravi difficoltà di apprendimento. Ora le indagini sono chiuse, l’insegnante è indagata per "abuso di metodi di correzione".

La direzione scolastica ha trasferito l’insegnante in un altro paese e ha avviato un procedimento disciplinare ma lei continua ancora a insegnare.

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