Cronache

Sblocco fondi a Riace? Viminale e Prefettura smentiscono Lucano

Nessuna retromarcia dal Viminale. I fondi per l'accoglienza degli immigrati di Riace restano bloccati

Sblocco fondi a Riace? Viminale e Prefettura smentiscono Lucano

Nessuna retromarcia dal Viminale. I fondi per l'accoglienza degli immigrati di Riace restano bloccati. "Nessuna azione da parte del ministero", rassicurano fonti interne. Anche Matteo Salvini si fa sentire: "Sblocco dei fondi? Non mi risulta...". Tutto, dunque, resta al palo. A dare notizia dello sblocco dei finanziamenti è stato lo stesso sindaco di Riace Mimmo Lucano che, soddisfatto, ha detto: "Pare che qualcuno al Ministero dell’Interno abbia finalmente letto le nostre controdeduzioni e si sia reso conto che non solo devono ripristinare i finanziamenti, ma devono anche restituire i crediti pregressi." Niente di più falso. I soldi restano dove sono. Nelle casse dello Stato.

Neanche Saviano è risucito a salvare Riace. I suoi recenti appelli non sono serviti a nulla. Anzi... A smentire il paladino dell'accoglienza fraterna, osannato nel Mondo, ci ha pensato anche la Prefettura di Reggio Calabria da noi interpellata. "Non sappiamo a cosa si riferisca il sindaco. Noi non abbiamo mai fatto annunci in tal senso", assicurano dagli uffici del Governo. Ci chiediamo: Mimmo Lucano mente sapendo di mentire? La domanda è lecita. D'altronde il Viminale non potrebbe smentire se stesso. Erano stati proprio i funzionari del Governo a bocciare il "modello" Riace. A farlo crollare in fondo alla classifica dei buoni progetti. Troppe ombre. Troppe anomalie, carenze, criticità erano state individuate in diverse e scrupolose ispezioni. Da noi pubblicate nel dettaglio. Pagine ricche di contestazioni. Carte bollate che certificano il fallimento del piccolo borgo jonico reggino.

Come gli strani affidamenti diretti da parte del sindaco a specifici enti gestori senza aver mai indetto una gara pubblica, alla quale avrebbero potuto partecipare anche altre associazioni e cooperative diverse da quelle scelte direttamente dal primo cittadino. Le spese da oltre 500 mila euro senza "pezze d'appoggio", o con giustificazioni poco chiare o raddoppiate. I rimborsi sospetti, la mancanza di contratti e i malumori dei migranti. Tutte contestazioni circoscritte che hanno portato di recente il Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione a prendere una decisone drastica: declassare lo SPRAR di Riace. Gli appelli antigovernativi si moltiplicano. Come la solidarietà nei confronti di un sindaco che, a dire dalle carte, pare abbia perso il controllo della sua stessa creatura. Ora il sindaco Lucano dovrà fare i conti con la realtà e, soprattutto, con il suo informatore.

Poco informato.

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