Cronache

Gli scacchi pericolosi

Gli scacchi pericolosi

La parola chiave è «miscalculation», errore di calcolo. Per due volte l'errore è stato evitato: nel 1962 con la crisi dei missili quando John Kennedy sfidò l'Unione Sovietica di Nikita Krusciov, che gettò la spugna. La seconda volta fu nel 1983 quando i russi videro sui loro schermi un inesistente lancio di missili americani.

Poteva essere la Terza guerra mondiale ma un saggio militare sovietico, Stanislav Petrov, stabilì a suo rischio e pericolo che si trattava di un errore. Stavolta Donald Trump rilascia una pre-dichiarazione di guerra via Twitter cui Vladimir Putin risponde via Facebook, proprio mentre Mark Zuckerberg era torchiato dal Congresso americano per lo scandalo dei dati venduti.

Nelle prossime ore si gioca una delle più rischiose partite della storia da quando è partita questa sequenza: Trump annuncia che sta per lanciare i missili con cui punire Damasco per la strage dei civili uccisi coi gas e subito Putin risponde: «I missili lanciateli contro i terroristi, non contro il governo di Damasco». Infine, la guasconata di The Donald: «Preparati, Russia, sono in arrivo missili nuovi di zecca e intelligenti». Gli aggettivi non sono casuali: «Nuovi e intelligenti» significa: armi che voi non avete. La tensione sale e le Borse cadono. Poi si rialzano perché il mondo degli affari sembra scommettere nel bis del successo di Trump con il nordcoreano Kim Jong-un il quale, lavorato ai fianchi da Trump, chiede il dialogo e non spara più razzi.

Ma la Russia non è la Corea del Nord e i russi sono maestri di scacchi, tallonati in quest'arte dagli americani. La partita dunque può restare circoscritta all'insanguinato teatro siriano, oppure, per una «miscalculation» colpire i russi i quali hanno già minacciato di voler abbattere i missili americani in arrivo e anche di colpire le basi da cui sono stati lanciati. Finale diabolico: Trump e Putin ora non sono più amici ma duellanti, mentre Israele si prepara ad una resa dei conti con l'Iran, con la Turchia che si tiene ben stretta alla Russia per far fuori finalmente i curdi armati dagli americani.

Trump intanto gioca la sua partita letale in casa scaricando su Obama la responsabilità di aver mantenuto in piedi Assad e dimostrando di non essere l'uomo di Putin come vorrebbe la vulgata dei democratici che ha prodotto l'inchiesta del Russia-gate.

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