Coronavirus

Scendono i contagi e i ricoveri complessivi. Ma ancora 722 morti

Ieri 25.853 casi e positività all'11,24%. Altri 32 in rianimazione, in ospedale 232 in meno

Scendono i contagi e i ricoveri complessivi. Ma ancora 722 morti

Buone notizie dal bollettino di ieri. Non tutte ma quasi. La curva dei contagi sta scendendo piuttosto rapidamente e ispira pensieri colorati di un qualche tinta di rosa, soprattutto in vista del Natale del nostro scontento.

Partiamo con le cifre. I nuovi contagi sono stati 25.853, in aumento rispetto al giorno precedente, ma comunque molto lontano da quel 40.902 che solo dodici giorni prima, il 13 novembre, ci angustiò. Il lieve aumento rispetto a martedì si spiega inoltre con la pronunciata crescita dei tamponi messi a referto, che sono stati 230.007 e producono una netta diminuzione dell'indice di positività, ovvero della percentuale di tamponi positivi rispetto a quelli messi a referto: ra del 12,31, è dell'11,24. Anche qui rassicura molto il confronto con nove giorno prima, il 16 novembre, quando la percentuale ebbe il suo apice toccando il 17,92.

Ci sono buone notizie anche sul fronte ospedaliero. I ricoveri complessivi per il secondo giorno consecutivo scendono, da 38.393 a 38.161 (-232) a causa della diminuzione dei ricoverati con sintomi, che passano da 34.577 a 34.313. Tornano a salire invece i ricoverati in terapia intensiva, che toccano quota 3.848 (+32). Scendono anche i contagi attuali, ieri a 791.697, e i positivi con pochi o nessun sintomo in isolamento domiciliare, che sono 753.536. I contagi totali toccano quota 1.480.874.

Diminuiscono ma sono sempre molto alti i decessi, che sono stati 722, meno degli 853 di martedì. Sugli esiti fatali del Covid le misure di contenimento sembrano avere meno presa, ma ciò si spiega con il fatto che il decesso è solitamente l'evento finale di un decorso spesso lungo diverse settimane se non addirittura mesi e quindi la curva è meno elastica nel breve periodo rispetto alla diminuzione dei contagi. È perciò presumibile che nel giro di qualche giorno anche il numero delle croci piantate ogni giorno nella Sppon River del Covid prenda a diminuire.

Come sempre è molto importante esaminare l'andamento dei numeri nelle singole regioni, soprattutto in quelle osservate speciali. La Lombardia conserva il primato di nuovi casi, 5.173, davanti al Piemonte con 2.878, alla Campania con 2.815, al Veneto con 2.660, all'Emilia-Romagna con 2.130 e al Lazio con 2.102. La Lombardia è però anche la regione che ieri ha messo a referto il maggior numero di tamponi (42.063), davanti al Lazio (29.189), alla Campania (23.130) e al Piemonte (21.540). Ciò fa sì che l'indice di positività della Lombardia sia appena sopra la media nazionale, al 12,30 per cento, quasi la metà rispetto a un paio di settimane fa (il 12 novembre ad esempio in Lombardia ogni cento tamponi fatti 21,6 erano positivi). Stanno messe peggio il Piemonte (13,36), l'Abruzzo (13,27), la Puglia (15,13), la provincia autonoma di Bolzano (12,47), la Basilicata (12,73) e soprattutto il Veneto (16,32). Sono sotto al 10 per cento ben sette regioni: l'Umbria (8,91), la Liguria (7,89), il Lazio (7,20), la Toscana (6,64), il Molise (6,60), la provincia autonoma di Trento (5,26) e la Valle d'Aosta (4,96) che nel giro di circa un mese è passata da appestata d'Italia (il 12 novembre era il 25,69) a territorio con la minore incidenza di contagi.

La Lombardia è in testa anche alla triste statistica dei morti con 155 nuovi decessi.

Seguono il Piemonte (84), il Veneto (76), la Toscana (67), il Lazio (58) e l'Emilia-Romagna (54).

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