Cronache

Schio, gang di africani (e un italiano) deturpa il monumento ai carabinieri

Sette giovani, quasi tutti africani di seconda generazione tranne un italiano, imbrattano a Schio il monumento ai carabinieri. L'ira del sindaco: "Mettere anche alla berlina questi deficienti"

Schio, gang di africani (e un italiano) deturpa il monumento ai carabinieri

Sette giovani teppisti, quasi tutti africani e magrebini ad eccezione di un italiano. È così composta la banda che a Schio, in provincia di Vicenza, tra le 2 e le 3 di ieri notte hanno imbrattato l'ingresso di un bar, lo skatepark cittadino e, soprattutto, deturpato il monumento ai Carabinieri alla vigilia della festa dell'Arma.

Un vero e proprio affronto ai militari che ha sconvolto la cittadina e irritato il sindaco, Valter Orsi. "Per delinquenti del genere non basterebbe il risarcimento dei danni - ha detto il primo cittadino di Schio a Altovicentinoonline.itMi auguro col nuovo governo che, a noi sindaci, vengano date quelle leve necessarie per questi fenomeni. Mi riferisco ai famosi daspo, uno strumento che permette ai sindaci di agire in maniera incisiva e determinante sul territorio, per mettere anche alla berlina questi deficienti".

La notte di ordinaria follia, secondo le prime ricostruzioni, sarebbe iniziata per uno sgarbo che i sette ragazzi avrebbero subito da parte di un bar del paese vicentino. I sette imbrattatori avrebbero chiesto di cambiare del denaro, richiesta però rifiutata dalla barista. E così nel cuore della notte sono tornati armati di bomboletta e hanno lordato l'ingresso del locale, poi hanno fatto lo stesso con il monumento ai Carabinieri, sporcato con una svastica e altri segni osceni. Infine, i sei africani e l'italiano sono andati di fronte ad un negozio gestito da una famiglia di asiatici per scrivere "cinesi bastardi e ladri" e hanno svuotato la bomboletta spray sulla segnalatica e sui muri dello skatepark locale.

I carabinieri, osservando le immagini di videosorveglianza, sono riuscite a risalire all'identità dei colpevoli che ora dovranno rispondere dell'accusa di atti vandalici e danneggiamenti.

Il colonnello Gianfranco Ciancio dell'Unuci, al Giornale di Vicenza ha espresso tutto il suo "profondo dispiacere e amarezza per lo sfregio arrecato alla statua dei "carabinieri nella tormenta", simbolo di chi presta servizio nelle zone di montagna, sempre vicino ai cittadini e pronto a soccorrerli".

Commenti