Cronache

Lo scienziato Goodall muore per eutanasia sull'Inno alla gioia

Dopo un tentato suicidio lo scorso anno, si era affidato a un'associazione svizzera

Lo scienziato Goodall muore per eutanasia sull'Inno alla gioia

Si è tolto la vita a 104 anni lo scienziato australiano David Goodall, che già lo scorso anno aveva cercato di suicidarsi dopo una caduta in casa e che oggi ha scelto la via dell'eutanasia, non perché fosse gravemente malato, ma perché a un'età tanto avanzata sosteneva di non poter più vivere come avrebbe voluto.

Goodall, che in Australia non avrebbe potuto scegliere la vita dell'eutanasia per via delle leggi vigenti, si è affidato all'associazione svizzera Exit International, che si occupa di suicidi assistiti, ed è morto a Basilea.

"Il dottor Christian Weber ha applicato una cannula al braccio di David - si legge in un comunicato sul sito dell'associazione, dove si spiega come l'eutanasia sia avvenuta alla Life Circle/ Eternal Spirit Foundation - David ha girato la rotella che permette alla soluzione di scorrere".

Un dettaglio fondamentale, perché la morte assistita non può avvenire se la persona che vuole togliersi la vita non può compiere l'ultimo gesto di sua spontanea volontà. Una flebo di Nembutal ha così ucciso lo scienziato intorno alle 12.30 di oggi, che è morto con la nipote accanto. Goodall, che non ha mai creduto nell'idea di una vita dopo la morte, ha chiesto di non essere seppellito, che non si tengano cerimonie per lui e che le sue ceneri siano disperse.

"Exit ricorda una vita e una morte straordinarie - ha scritto in un tweet Philip Nitschke, fondatore di Exit - Il nostro membro più anziano, il professor David Goodall, di 104 anni, è morto a Basilea con Life Circle, sull'Ode an die Fruede di Beethoven e per mezzo di un'infusione di Nembutal".

Ricercatore associato onorario dell'Università Edith Cowan di Perth, lo scienziato aveva collaborato fino all fine con periodici dedicati all'ecologia e nella sua carriera ha pubblicato decine di studi.

"Non ho più voglia di vivere, sono felice di avere la possibilità di farla finita e apprezzo l’aiuto dei medici che lo renderanno possibile", aveva detto ieri alla stampa lo scienziato australiano. Se avesse potuto scegliere, aveva confidato loro, avrebbe scelto di morire sulle note dell'Inno alla gioia.

E così ha fatto, dopo avere mangiato un piatto di fish & chips.

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