Cronache

Scontro fra treni, ad Andria i funerali. Il vescovo: "Trattati come periferia d'Italia"

Sono stati celebrati nel palasport di Andria i funerali di tredici vittime dell'incidente ferroviario di martedì, in cui sono morte 23 persone. Le famiglie delle altre 10 persone che hanno perso la vita hanno preferito salutare i propri cari con un rito privato

Scontro fra treni, ad Andria i funerali. Il vescovo: "Trattati come periferia d'Italia"

L'Italia piange i suoi morti, quelli dell'assurdo incidente ferroviario in cui hanno perso la vita 23 persone. In cinquemila sono accorsi al palazzetto dello sport di Andria per dare il loro ultimo saluto alle vittime dello scontro fra treni dello scorso 12 luglio. Al centro del palasport ci sono tredici bare. Le famiglie delle altre dieci vittime hanno preferito salutare i propri cari con un rito privato. Davanti alle più alte cariche dello Stato l'arcivescovo di Andria, il monsignor Luigi Mansi, ha pronunciato parole coraggiose, accusando la politica di aver trascurato alcune regioni del Paese: "Per tanti, troppi anni le nostre terre sono state considerate le periferie di tutta l'Italia". Ma oggi non è il giorno nè delle polemiche, nè dei processi: per quelli ci sarà tempo e ci penserà la magistratura, che ha già iscritto nel registro degli indagati sei persone.

"Le nostre coscienze sono state addormentate, zittite, da prassi di vita alle quali ci siamo troppo abituati giungendo a considerarle normali ma che non lo sono", ha detto durante l'omelia monsignor Mansi. "Non lo sono affatto quelle prassi dell'economia in cui non si pensa al valore della vita delle persone ma a calcoli ottusi di convenienza e interesse, senza scrupoli e con piccole e grandi inadempienze del proprio dovere". Il passaggio più forte è quello sul Sud Italia su cui non si investe come si dovrebbe: "Per troppi anni e per tante persone queste terre sono state considerate le periferie dell'Italia, speriamo che si sospenda questo fare - ha aggiunto - e che ci si occupi dei diritti di tutte le persone a cominciare dai più deboli e fragili, a cominciare proprio dalle periferie".

Ai funerali erano presenti molte cariche dello Stato a partire dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Il capo dello Stato ha salutato i parenti di tutte le vittime fermandosi vicino alle bare e guardando le foto delle vittime. Presente anche la presidente della Camera, Laura Boldrini, a rappresentare il governo c'era il ministro dei Trasporti, Graziano Delrio. Ma c'erano anche il capo della Polizia, Franco Gabrielli, il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano e il sindaco di Bari, Antonio Decaro. (GUARDA la fotogallery)

Sindaco di Andria: "Chiediamo verità"

Il sindaco di Andria Nicola Giorgino ha chiesto giustizia: "Chiedo a nome di tutti, come ho già fatto, che la magistratura accerti rapidamente la verità dei fatti in modo che i contorni di questa dolorosissima vicenda siano chiariti con rigore e meticolosità". "Oggi qui è rappresentato un territorio martoriato ma che ha saputo reagire con dignità, generosità, autentico spirito di servizio alla emergenza, allo shock, alla sofferenza che si protrarrà nel tempo - ha continuato -. Chiunque abiti in questo territorio nella propria vita ha viaggiato su quei treni, su quella tratta: ogni cittadino è in grado di raccontare il personale rapporto con quel mezzo che nessuno poteva mai immaginare diventasse veicolo di morte e disperazione anziché fonte di vita vissuta".

Sciolta la prognosi del piccolo Samuele

Diminuiscono i pazienti ricoverati dopo il tragico incidente ferroviario di martedì scorso: il numero è sceso da 21 a 19 con le due dimissioni recenti avvenute a Barletta. Diventano sei le prognosi riservate. È stata sciolta infatti quella del piccolo Samuele, un bambino tra i primi ad essere soccorsi e che proprio in questi giorni ha compiuto sette anni. Complessivamente presso l’ospedale di Andria sono ricoverati 8 pazienti di cui 3 in prognosi riservata.

Un bimbo sarà dimesso domani.

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