Cronache

Scrisse frasi contro musulmani e migranti su Fb: la prof va a processo

La professoressa Fiorenza Pontini è stata rinviata a giudizio per alcune frasi razziste scritte su Facebook durante il 2016

Scrisse frasi contro musulmani e migranti su Fb: la prof va a processo

La professoressa Fiorenza Pontini andrà a processo: la docente di inglese del liceo Marco Polo di Venezia indagata per alcune frasi razziste contro i migranti e i musulmani finirà alla sbarra.

A deciderlo il giudice per l'udienza preliminare Alberto Scaramuzza, che come riporta la Nuova Venezia ha deciso che quelle parole - "musulmani tutti delinquenti, vanno estirpati alla radice”, “Vi odio maledetti, vi brucerei vivi” e ancora “Ah e poi ho torto quando dico che bisogna eliminare anche i bambini dei musulmani, tanto sono tutti futuri delinquenti” - pronunciate dall'insegnante sessantenne, sia pure online, non debbano essere sottoposte solo al giudizio dell'autorità scolastica.

La donna era infatti stata colpita da un provvedimento disciplinare voluto dal Miur ma ora anche la segnalazione fatta a suo tempo in Procura ha sortito i primi effetti tangibili: la prof dovrà rispondere dell'accusa di violazione della legge Mancino contro le discriminazioni razziali. Secondo l'ipotesi accusatoria, la donna avrebbe "incitato alla violenza e commesso atti di provocazione per motivi razziali, etnici e religiosi".

Commentando diverse notizie di cronaca la donna aveva pure espresso l'auspicio che molti migranti morissero in mare. Secondo la difesa della docente, però, si tratta solamente di opinioni personali. "Le espressioni, per quanto forti ed enormi, non devono essere prese alla lettera, ma valutate come estemporanei commenti dettati da timori, paure ed angosce - chiarisce l’avvocato Alberini - L’idea di arginare un’opinione, anche la più inaccettabile o infondata che sia, con la sanzione penale è in contrasto con uno dei capisaldi della nostra Carta Costituzionale: l’articolo 21 non pone limiti alla libertà di manifestazione del pensiero, neppure in caso di possibile contrasto con un altro principio generale di portata costituzionale quale il divieto di ogni forma di discriminazione.

" Ora la parola spetta al giudice dibattimentale.

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