Cronache

Scuola-flop in Toscana: gli edifici cadono a pezzi

Soffitti che crollano, alunni nei container, tubi stracolmi di microbi. L'indecenza della scuola toscana scatena la rabbia dei genitori

Scuola-flop in Toscana: gli edifici cadono a pezzi

La scuola, in Toscana, è un vero e proprio flop: calcinacci che si staccano, soffitti che crollano, alunni stipati in aule minuscole come sardine. Ma come, proprio il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, attraverso un video messaggio, ha sottolineato come il primo giorno di scuola sia l’avvenimento più importante e più bello in assoluto; e ci sta che sulle 22mila classi che ospitano circa 500mila studenti, in alcuni istituti ci siano dei problemi. Problemi certo, ma risolvibili e in tempo per l'inizio della prima campanella. Quello che indigna e fa rabbia è come la questione sia stata presa sottogamba dalle autorità. A Livorno per esempio in un paio di scuole c’era l’erba alta stile savana, solo ieri pomeriggio sono andati a tagliarla. A Massa, in tre plessi, la sanificazione dei tubi dell'acqua, dove si erano incrostati i microbi, è stata fatta a ridosso delle prime ore di scuola. Mentre il governatore in poco tempo sosteneva di "mettere una toppa" a tutto, la scuola è iniziata e i bambini si ritrovano a fare lezione in condizioni veramente pietose.

L'elenco dei problemi che riguardano i disagi della scuola toscana è lungo e imbarazzante, ma basta citarne qualcuno per capire lo stato reale. A Pisa, alle scuole Parmini, gli sos lanciati dai professori dell'istituto sono rimasti lettera morta: fino a quando, ovviamente, l’avvio delle lezioni è stato rinviato per il secondo cedimento in 24 ore del soffitto. E qui è andata bene, perché il crollo è avvenuto dove non c'era dentro nessuno. Una dinamica questa diversa da quanto accaduto a Capannori, dove una studentessa è rimasta ferita ad una mano e ad un braccio: secondo il comune però è tutto a posto. A Certado invece, il soffitto cede e le lezioni si fanno al cinema. Fioccano le polemiche da parte soprattutto dei genitori, tra crolli in classe, lezioni nei container, aule inagibili, troppo piccole e non arredate.

Oltre i danni c'è pure la beffa. Pensate che 23 bambini del pistoiese sono ammassati in un aula-loculo di circa 30 metri quadrati. E se non riuscite ad immaginarvi una stanza così sovraffollata, sarà impensabile credere che ad Aulla, dove nonostante gli annunci sicuramente in buona fede del presidente Rossi lo scorso aprile -"nuove scuole entro cinque mesi", assicurò - a quasi quattro anni dall’alluvione circa 300 studenti di elementari e medie, sono ancora nei container. Avete capito bene. Pare infatti che ci siano problemi di bonifica del sito dove sorgeranno i nuovi edifici. Come si dice, nella vita ogni momento ha le sue priorità, e certamente l'educazione, l'istruzione e la salute dei bambini devono essere al primo posto. Eppure stando ai fatti, tirare fuori i soldi per un controllo, una bonifica o una ristrutturazione richiede sacrificio.

Anziché spendere soldi in faccende superflue, o far alloggiare migranti in hotel a cinque stelle, riqualificandoli prima degli ingenti arrivi, sarebbe bene preoccuparsi dei figli degli italiani, garantendo loro un futuro dignitoso, e pensando che saranno loro a costruire il domani del nostro paese.

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