Cronache

Se anche l'altro Matteo ora fa il bullo

Se anche l'altro Matteo ora fa il bullo

Matteo Salvini, come noto, si muove a tutto campo senza risparmio di energie. È un gran lavoratore e ha, legittimamente, un'enorme stima di sé e una scarsa stima degli altri. Per certi versi i risultati gli danno ragione (ha preso la Lega moribonda al 4 per cento e l'ha portata attorno al 14) e per questo si vede già a Palazzo Chigi a capo di una coalizione ancora non meglio definita. Nella sua bulimia comunicativa, sabato se l'è presa con noi, accusandoci in un tweet di aver nascosto la crescita della Lega rilevata in due sondaggi pubblicati da Corriere e Repubblica: «DiVertente - scrive - il Giornale di casa Berlusconi, manco a Cuba...».

Anche ai leader capita di prendere cantonate: la fretta, l'arroganza, il caldo, la stanchezza, a volte un bicchiere di troppo, una cattiva compagnia ed ecco che parte la cavolata. Carta canta: abbiamo riportato correttamente, nei grafici e nei testi, il buon risultato della Lega secondo il sondaggio de La Repubblica (13,8 contro il 14,4 di Forza Italia) e il risorpasso secondo quello del Corriere (15 contro 14,3).

Sono settimane che i due partiti del centrodestra si scambiano nei sondaggi la palma del più votato, e noi riportiamo tutto serenamente e liberamente, perché l'abitudine consolidata di «casa Berlusconi» è di non interferire nei contenuti dei mezzi di cui si trova a essere azionista di maggioranza. Ti dirò di più, caro Matteo. I giornalisti di «casa Berlusconi», da sempre così abituati, difficilmente accetterebbero imposizioni, a differenza di quanto avveniva, ahimè, nel giornale e nella radio padani di «casa Salvini», purtroppo chiusi per mancanza di libertà e quindi di gradimento. Tanto è vero, Matteo, che non hai schifato in questi anni di apparire su questo foglio di «casa Berlusconi» che ti ha sempre accolto con stima e rispetto, senza fare calcoli o censure, a volte subendo le ire non certo dell'editore, ma di qualche tuo collega di coalizione (anche autorevole) di poco cervello.

Il tweet di sabato è un brutto sintomo. Sa di bullismo, non rispetta né una storia (la nostra) né una famiglia (Berlusconi) né i lettori. Non fare il capetto isterico, non con noi, che guardiamo la Lega con simpatia e interesse. E che rimaniamo liberamente convinti da sempre che una coalizione di centrodestra - al di là dei sondaggi ballerini - o è a guida della componente moderata-liberale, l'unica spalmata su tutto il territorio, o non è e non sarà mai forza di governo.

Lo so io, ma lo sai anche tu.

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