Cronache

Sea Watch, Salvini punta il dito: "Collegamento tra Ong e scafisti"

Il ministro dell'Interno dopo il salvataggio di 52 persone da parte di Sea Watch: "Solo alcuni procuratori non se ne accorgono"

Sea Watch, Salvini punta il dito: "Collegamento tra Ong e scafisti"

Salvini punta il dito. Questa volta lo scontro con le organizzazioni non governative torna sul tema dei presunti "collegamenti tra scafisti e alcune ong". Secondo Salvini "solo qualche procuratore non se ne accorge, ma il resto del mondo sì".

Si riapre così lo scontro, dopo l'annuncio da parte di Sea Watch del soccorso di 52 immigrati al largo della Libia. A circa 47 miglia da Zawiya, la nave umanitaria ha raggiunto il gommone e ha caricato a bordo i naufraghi. "La cosidetta guardia costiera libica - si legge in un tweet dell'Ong - successivamente comunicava di aver assunto il coordinamento del caso. Giunti sulla scena, priva di alcun assetto di soccorso, abbiamo proceduto al salvataggio come il diritto internazionale impone. I naufraghi sono ora a bordo della Sea Watch".

Inevitabile la polemica col ministero dell'Interno. Solo ieri il Cdm ha dato il via libera al decreto Sicurezza bis che prevede nuove norme contro le attività delle Ong. "Non rispettando le indicazioni della Guardia costiera libica, è l'ennesimo atto di pirateria di un'organizzazione fuori legge", dice Salvini. "Non finiranno in Italia - ha proseguito il ministro dell'Interno - anche perché ora nel decreto sicurezza bis che abbiamo approvato ieri c'è una norma che prevede la confisca dei mezzi pirati che non rispetta leggi e indicazioni. A parte che son due tre volte che l'hanno fermata e l'hanno rilasciata, chiedete in Procura perché... Io non faccio il procuratore".

Sul presunto "collegamento tra scafisti e alcune ong" si è detto molto. E anche le procure hanno indagato. Facciamo solo alcuni esempi: nell'ordinanza di sequestro della Iuventa, riportava Repubblica, si legge che la nave di Jugend Rettet, il Gip scrisse che "la condotta dell'equipaggio in alto mare costituisce indefettibile elemento di congiunzione tra l'attività dei trafficanti e lo sbarco dei migranti nei porti italiani". "I migranti - diceva il procuratore Ambrogio Cartosio -vengono scortati dai trafficanti libici e consegnati non lontano dalle coste all'equipaggio della Iuventa. Non si tratta dunque di migranti salvati, ma consegnati". Anche un video, diffuso dalla polizia, mostrava alcune fotografie con i gommoni di soccorso della Iuventa, migranti e trafficanti tutti nello stesso lembo di mare. Qualcosa di simile disse nel 2017 anche il pm di Catania, Carmelo Zuccaro: "Abbiamo evidenze - disse a La Stampa - che tra alcune Ong e i trafficanti di uomini che stanno in Libia ci sono contatti diretti. Non sappiamo ancora se e come utilizzare processualmente queste informazioni ma siamo abbastanza certi di ciò che diciamo; telefonate che partono dalla Libia verso alcune Ong, fari che illuminano la rotta verso le navi di queste organizzazioni, navi che all’improvviso staccano i trasponder sono fatti accertati".

È finita diversamente, invece, l'indagine sulla Open Arms.

A maggio, infatti, il gip di Catania ha accolto la richiesta della procura guidata da Carmelo Zuccaro di archiviare l'inchiesta su Proactiva Open Arms, il cui comandante e il capo missione erano indagati per associazione a delinquere finalizzata all'immigrazione clandestina per uno sbarco del marzo 2018.

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