Cronache

La segretaria di Caprotti: "Gli ho voluto bene. Fidaty? Idea mia"

Stakanovista e fedele al "patron", Germana Chiodi è stato con lui fin dall'inizio

La segretaria di Caprotti: "Gli ho voluto bene. Fidaty? Idea mia"

Se il suo nome è stato inserito nel testamento di Bernardo Caprotti una ragione c'è. Germana Chiodi, la sua "segretaria" storica, per quasi mezzo secolo è stata accanto al patron dell'Esselunga, lavorando duramente e aiutandolo a costruire un impero della grande distribuzione.

Quei 75 milioni di euro che ora gli spettano di diritti sono il ringraziamento per 48 anni accanto a Caprotti e per un ruolo che proprio da segretaria non era. "Guai a chiamarla così", raccontano i vicini di casa al Corriere della Sera, spiegando che la Chiodi per Esselunga è stata ben altro: un manager, un aiuto fidato per il proprietario.

"Mi piaceva stare con lui, ci stavo più tempo possibile - dice a Repubblica -, mi impegnavo e cercavo di dargli il più possibile. Gli ho voluto bene e lui ne ha voluto a me".

È per questo che, tra i dipendenti, è l'unica a essere stata citata nel testamento di Caprotti. Lei che pensò e battezzò la Fidaty Card, la carta fedeltà della catena di supermercati, ma che con un pizzico d'orgoglio ricorda anche: "Sono stata ascoltata su tante idee che ho avuto per Esselunga".

Sceglieva i manager, organizzava le battute di caccia nel Monferrato per Caprotti. La Chiodi, ricorda il quotidiano di via Solferino, era tutto tranne che "solo" una segretaria.

Una staknovista, che prima di Caprotti non lasciava l'ufficio. "A lei esprimo la mia immensa gratitudine per lo straordinario aiuto", ha scritto il numero uno di Esselunga nel suo testamento.

E ora Germana, pensionata ma ancora al lavoro per la società in cui entro ventenne, si interroga sul suo futuro: "Se me lo chiederanno, resterò ancora per un po'".

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