Cronache

Sesso e vizi sui social: così i giovani rischiano il lavoro

Uno studio nel Regno Unito, condotto su studenti sia britannici che italiani, svela come la leggerezza nelle condivisioni sui social possa mettere a repentaglio la stabilità lavorativa dei giovanissimi

Sesso e vizi sui social: così i giovani rischiano il lavoro

Onnipresenti, ubiquitari e capaci di attirare le attenzioni di larghe fasce della popolazione: i social network rappresentano di certo un fenomeno inedito per la comunicazione di massa. Milioni di utenti ogni giorno condividono le loro esistenze a colpi di status e tweet, tra contenuti virali e immagini personali. Eppure questa tendenza a rendere pubblico il proprio privato pare stia avendo effetti davvero deleteri su alcune generazioni, in particolare le più giovani, soprattutto dal punto di vista lavorativo. È quanto svela uno studio dell'Università di Plymouth, nel Regno Unito, nel rilevare una certa mancanza di cautela nel lanciarsi in conversazioni in rete su sesso, alcol, droga e altri ambiti considerati poco desiderabili.

Lo studio ha coinvolto un campione rappresentativo di 178 studenti britannici e italiani, per scoprire non solo come i social vengano impiegati dai più giovani, ma anche quali siano i comportamenti online la cui pericolosità spesso viene sottovalutata. Sul fronte delle abitudini che potrebbero rappresentare un ostacolo, anche in termini di carriere lavorative, il primo dato che emerge è come gli utenti Oltremanica siano maggiormente inclini a esplicitare sesso e abusi con droghe e alcol, mentre quelli sullo Stivale tendano più facilmente a pubblicare contenuti offensivi oppure a condividere ingenuamente dettagli fin troppo personali.

Non è però tutto, poiché la ricerca condotta dal dipartimento di Psicologia dell'ateneo conferma come, a influire su comportamenti online rischiosi, non sia unicamente l'impulsività. Anche gli utenti che si caratterizzano per un maggior autocontrollo, infatti, finiscono per pubblicare foto e status indesiderabili, forse perché una simile condotta viene da loro percepita come normale e lecita all'interno dei confini dei social network. "I risultati mostrano come coloro che hanno maggiore autocontrollo - spiega la ricercatrice Claire White, come riportato dal Telegraph - vedano la stessa probabilità di pubblicare contenuti rischiosi rispetto ai partecipanti nello studio più impulsivi. Ciò suggerisce come non solo pensino sia lecito essere rischiosi, e potenzialmente offensivi, ma anche come in realtà sia la giusta cosa da fare".

Una survey condotta lo scorso anno da YouGov ha evidenziato come la gran parte dei datori di lavoro controlli i social network all'interno del processo di valutazione di un candidato e, fra gli intervistati, uno su cinque ha ammesso di non aver accettato candidature a seguito di condivisioni social discutibili.

Fra le pubblicazioni più deleterie per la stabilità lavorativa, immagini che vedono il lavoratore ubriaco, nudità, conversazioni su droghe, commenti offensivi sui precedenti luoghi di lavoro, diffusione di dati sensibili e molto altro ancora.

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