Cronache

Sette giorni di carcere a causa di un gel per le mani

Un insegnate inglese è stato costretto a passare una settimana in una prigione thailandese a causa del passaporto diventato poco leggible dopo essersi macchiato con un gel per le mani

Sette giorni di carcere a causa di un gel per le mani

Sei notti in una cella thailandese a causa di un gel per le mani. È successo ad un insegnate inglese che si trovava in viaggio nel Sud-Est asiatico. Perché si sa: quando le cose si mettono male, non possono far altro che peggiorare.

Gavin Topley, trentenne inglese della cittadina di Bournemonth, durante il viaggio di ritorno con destinazione Londra, viene fermato all'aereoporto di Bangkok, dove gli comunicano che non gli è concesso imbarcarsi sul suo volto diretto all'areoporto di Heathrow. Infatti, il suo passaporto, divenuto poco leggibile a causa del gel igenizzante per le mani, non era valido per l'espatrio.

E così non potendo lasciare la Thailandia e avendo allo stesso tempo il visto di permanenza per rimanere sul terriorio thailandese scaduto, Gavin si ritorva la sera stessa, per un'intera settimana, in una prigione del paese dalle terribile condizioni, con 35 altri detenuti all'interno: "Nella cella non c'erano finestre e c'era un continuto via vai di persone. In alcuni momenti il numero di detenuti, uomini e donne, nella piccola stanza è arrivato anche a 35", racconta Gavin al Daily Mail.

La cella era, inoltre, provvista di solo 14 letti, che venivano rifatti solo una volta a settimana, così che, secondo quanto riporta il quotidiano, l'insegnate ha trascorso le sei notti di prigionia dormendo per terra.

Stranamente a Gavin è stato permesso di tenere il cellullare con sé, così che ha potuto postare su Facebook foto e video delle giornate in carcere. E alcuni amici, venuti a conoscenza dell'accaduto, hanno lanciato una campagna sul web dallo slogan "Free Gav" (Gav libero), che è diventata virale.

Alla fine dopo la lunga detenzione a Gavin è stato concesso l'espatrio ed così finalmente riuscito a tornare a casa in Inghilterra dove confessa: " Credo sia stata solo una questione di sfortuna: probabilmente il ragazzo all'ufficio immigrazione non era dell'umore giusto. Prima che mi fermassero in Thailandia avevo già viaggiato aventi e indietro dall'inghilterra alla Thailandia e dentro e fuori dalla Cambogia, con lo stesso passaporto e senza che nessuno mi dicesse nulla".

Ma l'incidente non ha fermato il determinato Gavin, che tornato in Inghilterra ha subito fatto domanda per uno nuovo passaporto, per portare tornare a svolgere il suo lavoro di insegnante in Vietnam.

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