Cronache

Sfregiò Lucia Annibali con l'acido: confermati vent'anni per l'ex fidanzato

La Cassazione conferma la condanna per Luca Varani. Nel 2013 assoldò due albanesi per sfregiare la Annibali. Gli esecutori materiali dell'agguato condannati con 12 anni di carcere

Sfregiò Lucia Annibali con l'acido: confermati vent'anni per l'ex fidanzato

Arriva la condanna definitiva per Luca Varani. Il tentato omicidio e le lesioni gravissime nei confronti di Lucia Annibali gli sono costati vent'anni di carcare. Il 16 aprile 2013 fece sfregiare l'avvocatessa con l'acido. La prima sezione penale della Cassazione ha rigettato tutti i ricorsi presentanti contro la sentenza emessa dalla Corte d'appello di Ancona il 23 gennaio del 2015. Confermate anche le condanne a dodici anni per Altistin Precetaj e Rubin Talaban, i due albanesi che Varani aveva assoldato per colpire la donna con cui aveva una relazione sentimentale. La Corte d'appello aveva ridotto agli esecutori materiali dell'agguato la condanna di primo grado, che era di 14 anni.

"Voglio dare un messaggio di speranza: la mia è una storia si speranza per tutti". Al termine della leattura della condanna a vent'anni di reclusione per l'ex fidanzato, le parole della Annibali guardano al futuro e non più al passato. "Questa parte del processo è finita - dice - un peso che rimane sospeso. Sono emozionata, non so cosa fare". Un pensiero, però, va ai ragazzi di Milano sfregiati dall'acido da Alexander Boettcher e Martina Levato. A quelle vite rovinate si sente molto vicina. Ma, adesso che si è tolta il peso del processo, la Annabali si sente in grado di guardare avanti. "Si apre una pagina nuova della mia vita, un nuovo inizio - conclude - ho vissuto tre anni nell'attesa. Spero di vivere appieno quello che verrà". Varani assoldò i due albanesi per sfregiare Lucia. Il 16 aprile del 2016 l'aspettarono sul pianerottolo di casa, per gettarle l'acido in faccia. Ma i giudici hanno riconosciuto Varani colpevole anche di voler attentare alla vita dell'ex fidanzata facendo saltare in aria la sua cucina. Una circostanza appurata nelle sentenze di merito e che l'uomo ha sempre negato, sulla quale ora arriva il visto della prima sezione penale della Cassazione. Da un collegio con una presidente donna, Maria Cristina Siotto.

"Non nascondiamo la polvere sotto al tappeto. Sappiamo che quello che è successo è grave. Ma Varani vuole pagare per quello che ha fatto non per quello che gli viene attribuito", aveva detto il suo avvocato, Roberto Brunelli entrando in Cassazione di buon mattino. Il suo ricorso tendeva infatti a riaprire il processo per l'accusa più grave, quella di tentato omicidio. Nella requisitoria il pg Paolo Canevelli aveva ritenuto "infondata ogni richiesta riguardo all'entità della pena", avanzata da Varani, sottolineando come "tutto quello che è stato scritto sulla responsabilità per tentato omicidio si tiene con ogni elemento raccolto, il possesso delle chiavi, la mancanza di alibi, il movente e la manipolazione del tubo del gas" a casa di Lucia.

L'uomo ora è rinchiuso nel carcere di Teramo. Non ha mai parlato durante le fasi processuali. E di recente è stato protagonista di una puntata contestata di Storie maledette, sulla Rai. In quell'occasione aveva chiesto a suo modo perdono: "Non c'è un giorno, non c'è un'ora che non penso a Lucia".

Proprio come Lucia, che non può non pensare a lui ogni volta che si guarda allo specchio.

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