Cronache

Si può vivere senza l'epatite C

Scatta la campagna nazionale di sensibilizzazione promossa da sei associazioni di pazienti. In Italia le diagnosi potrebbero essere circa 300mila, di cui 160-180.000 pazienti eleggibili a un trattamento antivirale, mentre non è possibile quantificare il sommerso; ogni anno si verificano circa 1.000 nuovi casi

Si può vivere senza l'epatite C

Si intitola “Senza la C”, è la campagna nazionale di sensibilizzazione contro l’epatite C lanciata per la prima volta da sei associazioni di pazienti con l’obiettivo comune di informare sulle implicazioni derivanti dal contagio e di sensibilizzare l’opinione pubblica sui corretti comportamenti da adottare per conoscere e prevenire la malattia dell’HCV, ovvero l'Epatite C. L’iniziativa consiste nella diffusione di brochure informative, distribuite nelle farmacie italiane e in oltre 3mila punti di aggregazione.

L’epatite C è una patologia che oggi colpisce circa il 3% della popolazione mondiale. Ogni anno, ai 170 milioni di individui già infetti, si aggiungono tra i 3 e i 4 milioni di nuovi casi. In Italia le diagnosi di epatite C potrebbero essere circa 300mila, di cui 160-180.000 pazienti eleggibili a un trattamento antivirale, mentre non è possibile quantificare il sommerso; ogni anno si verificano circa 1.000 nuovi casi. Oggi, però, l’epatite C fa meno paura perché si può curare e si può vivere “Senza la C”. D’altro lato, anche se grazie ai nuovi farmaci sono quasi 30mila i pazienti curati con percentuali di guarigione vicino al 100%, la prevenzione resta la cura primaria, vista la non disponibilità di un vaccino.

Promotori del progetto sono: Aned-Onlus (Associazione Nazionale Emodializzati Dialisi e Trapianto) Epac Onlus (Pazienti con epatite e malattie del fegato), Fedemo (Federazione delle Associazioni Emofilici), l'Isola di Arran (Associazione impegnata nella lotta al disagio e all'emarginazione sociale legate al mondo della droga), Nadir Onlus (Pazienti con HIV), Plus Onlus (Persone LGBT Sieropositive).

La campagna beneficia del patrocinio del Ministero della Salute - oltre che di Fofi (Federazione Ordine Farmacisti Italiani), del Dipartimento di Comunicazione e Ricerca de La Sapienza, di Simg (Società Italiana di Medicina Generale e delle cure primarie), di Simit (Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali).

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